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Massimo Magi: serve investimento, non si può scaricare tutto su medici
Il processo di dematerializzazione, ancora ben lungi dal sostituire la normale ricetta, è stato avviato dai medici di medicina generale delle Marche con spirito di partecipazione e responsabilità nell’ ottica di sperimentare un approccio innovativo e di maggiore utilità per cittadini e professionisti.
In questa prima fase i bilanci rischiano di essere azzardati e i benefici sono ancora tutti sulla carta, avendo di fatto avviato un processo di “decolorazione” della ricetta, da rossa a bianca, piuttosto che di dematerializzazione, a spese del singolo professionista.
Quello che emerge con molta evidenza invece è che l’adesione alla dematerializzazione, implica la necessità di modificare alcune modalità organizzative dello studio medico e il problema dei costi, che questo processo sta comportando.
Per il pieno successo del processo di dematerializzazione della ricetta è necessario un investimento “in conto capitale” non potendo scaricare sui professionisti lo sviluppo di una infrastruttura che sta pesantemente impattando sulle attività di studio e sul rapporto con i cittadini.
E questo in un momento in cui la riduzione della morbilità della popolazione tende a ridurre gli accessi negli studi.
Se non si arriverà preparati al periodo dei picchi epidemiologici si rischia una “implosione professionale” con evidenti ricadute negative sui cittadini e sulla credibilità del sistema delle cure regionale.
Massimo Magi - segretario regionale di FIMMG Marche