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la gestione della violenza diventa tematica Ecm di interesse nazionale
Quali sono i segnali che preannunciano un’escalation di violenza? E come disinnescare la rabbia dell’interlocutore prima che sfoci in un’aggressione fisica? Che cosa si intende per ‘mentalità difensiva’? Saper riconoscere i campanelli di allarme di una violenza imminente, per poterla prevenire ed evitare, è la principale tecnica di autodifesa, prima ancora delle mosse per divincolarsi o mettere a terra l’aggressore, materia base di tutti i corsi. La novità è che, ad apprenderla, saranno ora i medici e gli altri professionisti sanitari, soprattutto quelli che lavorano in condizioni di rischio: guardia medica, pronto soccorso, visite domiciliari, sanità veterinaria.
La Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri (Fnomceo), insieme a tutti i sindacati medici, aveva chiesto giovedì scorso, nella prima riunione del Tavolo di Consultazione permanente sulla professione, più formazione su questi argomenti. Ora, dall’Agenas, l’Agenzia Nazionale per i Sistemi sanitari regionali, l’Ente che si occupa dell’Educazione Continua in Medicina (Ecm), arriva una prima, concreta, risposta: la gestione delle situazioni che generano violenza nei confronti degli operatori sanitari è stata inclusa, con una delibera del 15 marzo ma approvata questa mattina, tra le tematiche di interesse nazionale del sistema Ecm. Cosa significa? Che si potranno organizzare corsi accreditati sulla gestione del rischio, a tutti i livelli, dall’epidemiologia del fenomeno, alla prevenzione del rischio secondo i sistemi di risk management, alle tecniche psicologiche per disinnescare l’aggressività e mettersi in salvo. Non solo: i corsi su queste materie avranno maggior valore in termini di crediti: dove per un corso normalmente si acquisisce un credito l’ora, i professionisti che vorranno aggiornarsi sulla prevenzione della violenza saranno premiati con 1,3 crediti orari.