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Rilancio della professione a partire da un confronto serrato con il governo.
La Fimmg di Ragusa ha ospitato, sabato scorso, nella sede dell'Ordine dei medici in via Nicastro, a Ragusa, il segretario nazionale, Silvestro Scotti. Sono stati 150 minuti di un'assemblea dai ritmi serrati, fatta di confronto importante, durante la quale Scotti ha ribadito il ruolo del medico di medicina generale, ignorato dalle istituzioni centrali, relegato ad un ruolo marginale, vittima di un sistema sanitario che non dà ad esso il giusto risalto e ne mortifica la professionalità. Salvo poi, ha spiegato Scotti, rendersi conto di quanto importante sia in specifici momenti, come ad esempio in piena pandemia, quando proprio i medici del territorio sono stati il “front office” di fronte all'emergenza, pagando un prezzo altissimo in termini di vite umane, visto che oltre il 60% del personale sanitario che ha perso la vita nei tanti mesi tremendi del Covid attiene proprio al personale medico della medicina generale.
Scotti ha anche tracciato quelle che sono le prospettive nel breve e medio termine della professione, lasciando trasparire che c'è una buona base di dialogo con l'attuale esecutivo a Roma, ma anche che non ha alcun tipo di volontà di delegare oltre il soddisfacimento delle richieste. Da quelle basilari - come ad esempio la possibilità di affrontare il caro energia negli studi in modo più equo quanto non sia adesso, visto che a fronte dell'aumento della bolletta non può corrispondere un aumento delle tariffe, come invece avviene per il medico specialista - a quelle più ad ampio raggio, come il riconoscimento di alcuni diritti sinora accantonati. Paragonando poi quanto succede in Spagna - dove il medico di base da mesi conduce una battaglia forte con il governo, con tanto di scioperi e manifestazioni - Scotti ha spiegato che il raffronto con la professione in Italia non si può fare perché sono diversi i ruoli all'interno della società.
Il medico del territorio in Italia è molto più presente nella società di quanto non sia in Spagna, e il compito che assolve va spesso oltre orari e giorni. Scotti ha anche chiesto a chi gestisce la sanità sui territori - approfittando della presenza del direttore sanitario dell'ASP7, Raffaele Elia - una maggiore considerazione del medico di medicina generale e un raccordo maggiore su di essi, visto che ci sono realtà nel Paese (ma non a Ragusa, ha specificato) dove invece i medici di base vengono visti ad esempio dai colleghi ospedalieri come dei limiti e degli impedimenti al loro lavoro.
Una lunga conversazione, sollecitata da alcune domande, ha posto fino alle due ore e mezza di assemblea, aperta da Giuseppe Caccamo, presidente onorario della Fimmg di Ragusa, ospitata da Carlo Vitali, presidente dell'Ordine dei medici della provincia iblea, mentre i lavori sono stati coordinati da Roberto Licitra, segretario provinciale della Fimmg, che ha spinto per riuscire ad avere questo confronto de visu con il segretario nazionale.
Tantissimi comunque i temi sul tappeto e molti dubbi e le perplessità su alcune ipotesi di trasformazione del medico di base, del suo ruolo e del suo significato per la comunità che le politiche sanitarie avrebbero intenzione di condurre e che rischiano di far perdere il contatto tra il medico ed i propri assistiti.
Fonte: QUOTIDIANO DI RAGUSA