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Per oltre la metà degli italiani il medico di famiglia è punto di forza del SSN
La possibilità di avere l'assistenza del medico di medicina generale è per oltre la metà degli italiani (54,2%) uno degli elementi di maggiore soddisfazione nei confronti del servizio sanitario. Il 39% si dice soddisfatto anche per la qualità dei medici. Piace, inoltre, la possibilità di avere la maggior parte dei farmaci in modo pressoché gratuito (20,5%), mentre le liste d'attesa sono la criticità maggiore per il 38,9% degli italiani. E' quanto emerge da un'indagine condotta dal Crea Sanità dell'Università di Tor Vergata su un campione di 800 persone, rappresentativo della popolazione italiana di età pari o superiore ai 18 anni. I risultati della survey sono contenuti nel XVII Rapporto del Crea Sanità presentato oggi a Roma. I ricercatori hanno chiesto ai partecipanti di indicare i punti di forza dell'offerta del SSN, le principali criticità, e di esplicitare per quali miglioramenti dei servizi si sarebbe disposti a pagare, «ritenendo che se si è disposti a pagare, è perché quell'aspetto è considerato prioritario», ha chiarito Federico Spandonaro, presidente del Comitato Scientifico del Crea Sanità. Tra gli elementi di soddisfazione, il 18% ha citato la possibilità di disporre di tecnologie avanzate, il 17,8% la possibilità di poter disporre dell'assistenza ovunque ci si trovi. L'importanza attribuita alla disponibilità di tecnologie avanzate è maggiore nel Nord-Est. Tra le criticità, il 35,6% del campione cita la difficoltà nel riuscire a prendere gli appuntamenti, il 22,7% le attese (inutili) negli studi medici/ambulatori e il 20% il fatto di essere «rimbalzati» tra i vari uffici. Quanto alla «disponibilità a pagare», quasi la metà del campione sarebbe disposto a farlo pur di avere liste di attesa inferiori, soprattutto nel Nord Est. Nel Sud è maggiore la quota di persone disposte a pagare per avere maggior comfort ospedaliero e/o la possibilità di curarsi più vicino a casa. Nel Centro una quota rilevante di persone dichiara che sarebbe disposta a pagare per avere la possibilità di disporre di cure domiciliari.
Fonte Ansa