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Poter essere curati ovunque in Europa grazie a una cartella clinica digitale riconosciuta in tutti i 27 Paesi dell'Unione. Ma anche migliorare la ricerca medica con la messa in comune dei dati sanitari. Una visione che diventa realtà quello dello Spazio europeo dei dati sanitari (Ehds), lanciato lo scorso martedì a Bruxelles da Stella Kyriakides, Commissaria per la Salute e la sicurezza alimentare.
Per Bruxelles, l'unione dei dati sanitari di quasi 450 milioni di cittadini è un passo storico per promuovere la salute digitale in tutti gli Stati membri e rendere i sistemi sanitari dell'Ue pronti per il futuro digitale. L'ambizioso progetto di integrazione e governance dei dati incentrato sulla salute dei cittadini - che ora dovrà essere esaminata dal Consiglio europeo e dal Parlamento - richiederà la digitalizzazione di queste informazioni e l'interoperabilità. Se il primo banco di prova è stata l'emergenza Covid, che ha visto i Ventisette lavorare insieme per creare certificati di vaccinazione e test sicuri e validi in tutta l'Unione, va da sé che è necessario investire in una maggiore digitalizzazione a livello nazionale e creare infrastrutture interoperabili in tutta l'Europa.
Gli Stati membri hanno già stanziato miliardi di euro nel Pnrr per investimenti nella salute digitale (anche il Fondo europeo di sviluppo regionale e Invest Eu offrono altre opportunità di investimento), ma per questa iniziativa la Commissione contribuirà con oltre 800 milioni di euro e altri 280 saranno messi a disposizione attraverso il programma Eu4Health.
I vantaggi di Ehds? Oltre che per i cittadini - che avranno un accesso immediato e gratuito ai dati in forma elettronica, facilmente condivisibili con chi vogliono in tutti gli Stati europei, mantenendone il controllo in ogni momento - anche i sistemi sanitari ne beneficeranno in termini di risparmi. Si calcola che in 10 anni si otterrebbe un risparmio di 5,5 miliardi grazie a un migliore accesso e scambio di dati sanitari e di 5,4 miliardi dovuti a un migliore uso dei dati per la ricerca, l'innovazione e le politiche sanitarie.
Oltre al fatto che dei 14 miliardi spesi ogni anno nella UE per l'imaging medico, circa il 10% riguarda procedure già eseguite altrove. Ma anche i ricercatori avranno a disposizione dati aggiornati e di alta qualità, così come le autorità di regolamentazione potranno utilizzarli per migliorare la salute pubblica. In questi casi, i dati saranno trattati garantendo l'anonimato dei pazienti.
Per garantire che i diritti dei cittadini siano salvaguardati, tutti gli Stati membri devono nominare le autorità sanitarie digitali. Queste autorità parteciperanno all'infrastruttura digitale transfrontaliera (MyHealth@EU) che aiuterà i pazienti a condividere i propri dati oltre confine. Oggi, solo 10 Stati membri (e l'Italia non è ancora tra questi) supportano la condivisione tramite MyHealth@EU, ci sono tuttavia piani per l'adesione entro il 2025.
Fonte: IL SOLE 24 ORE