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Secondo statistiche ufficiali nell’ultimo decennio in Europa l’aspettativa di vita alla nascita è aumentata, in media, di oltre due anni per decennio dagli anni ’60. Tuttavia, gli ultimi dati disponibili suggeriscono che l’aspettativa di vita si è bloccata o addirittura è diminuita in diversi Stati membri dell’Ue. È quanto rileva l’Eurostat che ha pubblicato i dati provvisori per il 2021 secondo i quali la pandemia di Covid-19 iniziata nel 2020 ha avuto un effetto negativo con un calo della speranza di vita alla nascita in quasi la metà degli Stati membri dell’Ue nel 2021. Alcuni Stati membri (soprattutto nell’Europa occidentale), osserva Eurostat, hanno visto la loro aspettativa di vita rimbalzare verso i livelli pre-Covid, mentre altri (soprattutto nell’Europa orientale) hanno subito l’impatto della pandemia più tardi e completamente nel 2021, pertanto qualsiasi rimbalzo deve ancora riflettersi nel dati.
Le diminuzioni maggiori sono state stimate in Slovacchia e Bulgaria (-2,2 anni rispetto al 2020), seguono Lettonia (-2,1) ed Estonia (-2,0).
Rispetto all’anno pre-pandemia del 2019, l’effetto complessivo sull’aspettativa di vita è ancora negativo in tutti gli Stati membri dell’UE ad eccezione di Lussemburgo (+0,1), Malta e Svezia (stesso livello nel 2019 e nel 2021). In alcuni casi, l’aspettativa di vita è ulteriormente peggiorata nel 2021, portando a una perdita complessiva stimata di oltre 2 anni. Le maggiori diminuzioni rispetto al 2019 sono state registrate in Bulgaria (-3,7), Slovacchia (-3,0) e Romania (-2,7). L’Italia in controtendenza, recupera 6 mesi di vita dei 13 persi nel 2020.