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Pnrr: mancano all'appello quasi 5,6 miliardi
C'è già un buon ritmo di domande delle imprese per i bandi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Ma ci sono anche un paio di aspetti critici, su cui per primo il ministero dello Sviluppo economico alza il livello di attenzione: l'insufficienza di risorse per i grandi progetti di ricerca e, sulle filiere dell'elettrico e delle rinnovabili, i rischi che derivano da applicazioni troppo vincolanti del pacchetto ambiente a livello europeo.
Nella relazione presentata alla presidenza del consiglio sullo stato di attuazione delle misure finanziate con il Pnrr, il ministero guidato da Giancarlo Giorgetti mette in fila tutti i numeri che - nel caso di contratti di sviluppo, accordi di innovazione, incentivi per le imprese femminili - segnalano una buona riposta delle aziende.
Sugli Ipcei si attende la Ue L'Italia sta partecipando ai tre Ipcei (Important projects of common european interest), i grandi progetti di ricerca nelle tecnologie di frontiera, per i quali può essere utilizzato lo stanziamento di 1,5 miliardi previsto dal Pnrr: idrogeno, microelettronica e cloud, e per tutti e tre il ministero ha proceduto alla pre-notifica. C'è però un ritardo sulla tabella di marcia per raggiungere la milestone prevista per fine giugno nell'accordo con la Commissione Ue. Un ritardo, paradossalmente, attribuibile proprio a Bruxelles.
Il ministero spiega infatti che si attende ancora l'esito da parte della Dg competition della pre-notifica (effettuata ad agosto 2021) sulla parte "industria e tecnologica" dell'Ipcei idrogeno che già ha accumulato una corposa lista di progetti candidati. L'impasse, segnalata dal Mise, può compromettere il conseguimento della milestone e se il dossier non verrà sbloccato nel giro di poche settimane il ministero emanerà un decreto per trasferire le risorse ad altra misura, rimandando a una fase successiva la definizione delle richieste.
Ma lo stallo burocratico in Europa non è l'unico ostacolo sulla via degli Ipcei. Oltre ai fondi europei del Pnrr il Mise ha intenzione di usare per questo strumento anche risorse nazionali, che avrebbero comunque il vantaggio di non essere sottoposte al vaglio Ue degli aiuti di Stato.
Entro l'anno c'è l'intenzione di procedere anche alla notifica dei progetti su microelettronica (1,8 miliardi) e cloud (800 milioni), poi c'è allo studio una linea dedicata alla salute-farmaceutica. A fronte di un alto livello di progetti presentati, nel "decreto aiuti" gli Ipcei sono stati rifinanziati con ulteriori 500 milioni eppure, a fronte del numero di progetti presentati o in arrivo, resta un ampio divario tra le risorse a disposizione e il fabbisogno, stimato in 5,6 miliardi. Il Mise calcola infatti che restino complessivamente a disposizione 2,75 miliardi mentre la dote necessaria supera 8,4 miliardi. Solo per il 2022 ci sarebbero da notificare progetti per 4,8 miliardi.
Fonte: IL SOLE 24 ORE