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il 96% dei medici evidenzia ai pazienti che è importante
Misericordia: per mmg è importante l'intervento sulla semplificazione del regime farmacologico
Semplificare il regime farmacologico, avviare percorsi di educazione terapeutica e realizzare uno schema ad hoc per la somministrazione dei farmaci. Sono queste le priorità che i medici di famiglia indicano per favorire l'aderenza terapeutica da parte dei pazienti: il rispetto, cioè, delle terapie che vengono indicati in relazione a una determinata patologia. È questo quanto emerge dallo studio «I problemi di aderenza alle terapie in campo cardiovascolare» promosso dal Centro studi Fimmg e dal Crea sanità (Centro per la ricerca economica applicata in sanità) e presentato oggi a Roma. Nel dettaglio, la ricerca ha coinvolto 823 medici su tutto il territorio nazionale: il 96,7% di loro evidenzia al paziente 'spesso' o 'quasi sempre' l'importanza dell'aderenza alle terapie. Per i medici di famiglia gli elementi alla base dello scollamento tra la terapia prescritta e l'atteggiamento del paziente sono diversi: la presenza di disturbi cognitivi o psichiatrici, la complessità della terapia, la scarsa consapevolezza della malattia, la comorbilità, il livello culturale. I pazienti, invece, riferiscono di non seguire le cure per il timore di effetti collaterali o la loro effettiva (o presunta) insorgenza. Per i medici di medicina generale le patologie sulle quali impatta di più la mancata aderenza sono le malattie croniche respiratorie (asma e Bpco) e l'ipertensione arteriosa. Per Paolo Misericordia, responsabile del Centro studi Fimmg, «emerge come per i medici sia importante l'intervento sulla semplificazione del regime farmacologico, premessa migliore per rendere efficace le attività di educazione terapeutica del paziente». Aderire alle terapie, spiega Francesco Spandonaro, presidente del comitato scientifico di Crea Sanità, porta anche a una diminuzione dei costi sanitari. Infatti, la riduzione dei costi «nella popolazione a maggior aderenza è risultata del 46% nei pazienti da diabete, del 25% in chi è affetto da ipertensione e del 38% nei pazienti affetti da ipercolesterolemia». «La scarsa aderenza alle prestazioni è un problema crescente, non solo in Italia ma anche negli Usa, dove è tra il 30 e il 50%. Queste percentuali aumentano col crescere dell'età dei pazienti», commenta il viceministro della Salute, Pierpaolo Sileri.
Fonte Ansa