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Le priorità FIMMG per il 2020
Il 2019 si è chiuso con alcune importanti novità per il nostro SSN: da una parte la firma del Patto per la Salute 2019-2021 tra Regioni e Governo con cui si sancisce un incremento delle risorse destinate alla sanità nel prossimo triennio oltre che prevedere provvedimenti specifici per il personale, lo sblocco di ulteriori risorse per gli investimenti in edilizia sanitaria e ammodernamento tecnologico, la revisione dei meccanismi dei piani di rientro e la prospettica evoluzione di ruolo dei vari soggetti professionali operanti sul territorio; dall’altra la Legge di Bilancio che per quanto riguarda nello specifico i medici di medicina generale prevede lo stanziamento di oltre 235 milioni di euro per la dotazione di strumentazione di diagnostica di primo livello nei propri studi. Così Silvestro Scotti a Quotidiano Sanità.
Ma la vera sfida inizia adesso. È prioritario dare operatività a queste scelte, ovvero procedere rapidamente con l’adozione dei provvedimenti attuativi. Insomma “dai documenti ai fatti”.
Contiamo su una rapida emanazione del decreto attuativo e del suo necessario raccordo con ACN e AIR per rendere fruibili ai cittadini gli effetti di questa rivoluzione assistenziale. Essenziale pertanto concludere i percorsi di un ACN, e dei conseguenti AIR, che diano innanzitutto respiro al necessario recupero economico di una categoria ancora ferma redditualmente al 2010, ma contengano anche elementi di coinvolgimento professionale e obiettivi per una nuova medicina generale, più capace di presa in carico delle varie sfide assistenziale e di evoluzione delle offerte di cura del SSN e non solo; più capace, inoltre, di normare i modelli di coordinamento con gli altri soggetti professionali, a loro volta orientati da contrattualità specifiche, ma che contengano norme omogenee su tale tema, come oltretutto previsto per legge per esempio con i farmacisti (lettera a) del comma 1, art. 2, d.lgs. 153/2009).
La seconda azione che ci vedrà impegnati, chiaramente collegata alla prima, sarà quella di rendere più velocemente fruibili gli strumenti di finanziamento e in particolare il fondo ex art. 20 per l’edilizia sanitaria e l’ammodernamento tecnologico quando questi saranno utilizzati per il territorio e per i professionisti, medici di medicina generale che vi operano. Ci troviamo di fronte a strumenti concepiti in origine prevalentemente per la parte d’investimento strutturale e poi evoluti sulla dotazione tecnologica, quest’ultima, nel caso del territorio e dell’interesse nostro e dei nostri assistiti, rimane la parte realmente interessante in termini di utilizzo. È necessario, però, un
provvedimento di legge che individui un fondo specifico territoriale con nuove modalità di utilizzo, non tanto per la fase di metodologia relativa a programmazione, progettazione e autorizzazione, quanto nel metodo di affidamento dei fondi che dovrebbero evolvere da fondi in conto capitale a fondi in conto corrente, se non in toto almeno in parte. Provvedimento necessario sia per il paradosso che quando si investe in tecnologia la patrimonializzazione della proprietà dello strumento perde dopo l’acquisto buona parte del proprio valore, ergo il mantenerlo in un regime in conto capitale di fatto non rende valori patrimoniali utili ai bilanci delle aziende, ma soprattutto non permette il finanziamento diretto proiettato sull’investimento del singolo medico di medicina generale che, nel suo ruolo di piccola impresa, velocizzerebbe le fasi di acquisto e fruibilità e sicuramente ne ridurrebbe i costi potendosi pensare, in considerazione del ruolo libero professionale seppur convenzionato, anche ad una partecipazione economica diretta del medico che quindi di fatto percentualmente aumenterebbe il fondo.
La terza priorità non potrà che riguardare il finanziamento per il personale convenzionato. Sarà necessario pensare ad un specifico impegno nella prossima legge di bilancio, che individui meccanismi diretti e indiretti di finanziamento più corrispondenti al mutato impegno legato ad un maggiore carico di lavoro necessario per rispondere alle dinamiche demografiche che, come noto, vedono e vedranno sempre di più un aumento degli anziani, dei super-anziani e conseguentemente dei malati cronici e non autosufficienti, e al conseguente impegno economico di cui il territorio e i medici di famiglia si dovranno caricare, per esempio per il proprio personale in un’ottica di microteam.
Infine avremmo una quarta priorità, che in termini comunicativi diventerà la prima nel corso del 2020, a rappresentare il ruolo di stakeholder politico-istituzionale che Fimmg si sta sempre di più ritagliando, non in maniera autoreferenziale ma per i numeri dei rappresentati, per i numeri e la qualità delle proposte di soluzione sempre portate sui tavoli, ovvero entrare da protagonisti, con il nostro progetto FimmGreen, nella dinamica di coinvolgimento alle tematiche di tutela dell’ambiente dei nostri medici, dei nostri assistiti, dei cittadini e quindi del Paese, ma questa è un’altra storia e la racconteremo presto di nuovo nelle piazze, di nuovo “strada facendo”.