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No vaccinazioni in farmacia, è atto medico
«I medici non ce la fanno a vaccinare? I farmacisti però non possono farlo. Questo perché l'anamnesi vaccinale, necessaria prima di fare materialmente il vaccino, è un atto medico. Non può essere delegato ad altri». Così Silvestro Scotti, rispondendo al presidente della Federazione degli Ordini dei farmacisti (Fofi) che ha dichiarato alla stampa che è «impensabile che i medici di medicina generale riescano a dispensare in un mese 18 milioni di vaccini». Per Scotti quello della vaccinazione in farmacia è «un falso messaggio che rischia di far apparire una categoria, la nostra, inefficiente (qualunque sia la causa) a fronte di una alternativa che non può essere attuata, perché la funzione non è ascrivibile, in questo momento, alla categoria dei farmacisti». Si potrebbe vaccinare oggi «solo con un medico in farmacia, ma se ci fossero medici disponibili si dovrebbero rafforzare le unità di territorio. Le farmacie sono utili in molte cose in una compagna vaccinale, ma non in questa», dice. Per Scotti «quest'anno serve anticipare le vaccinazioni antinfluenzali a fine settembre, altrimenti, con le regole Covid, i tempi sono troppo stretti per vaccinare tutti i pazienti che devono o vogliono farlo». «Nei nostri studi - precisa - abbiamo problemi logistici rispetto all'organizzazione legate alle norme Covid. Poiché la medicina generale vaccina una quota importante di italiani, non si può pensare che tutto si riesca a risolvere in un mese e mezzo. Se i vaccini vengono consegnati ai medici di famiglia, come pare, nella terza settimana di ottobre fare tutto in così breve tempo è pura fantascienza». Anticipare è una possibilità che non è in contraddizione con la scienza «ci sono studi che confermano che vaccinare prima non significa perdere l'immunità», conclude Scotti.
Fonte Adnkronos