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«A 45 anni dalla nascita del Servizio sanitario nazionale il medico di famiglia resta una figura centrale»
A 45 anni dalla nascita del Servizio sanitario nazionale, istituito con l''entrata in vigore della legge firmata da Tina Anselmi, «la medicina di famiglia ha un dovere: recuperare quel rapporto che veniva dichiarato all''inizio del Servizio sanitario nazionale, ovvero la relazione medico-paziente, la capacità di attivarsi sulla domiciliarità, la possibilità di essere presenti senza farsi troppo condizionare dalle piattaforme informatiche di prenotazione delle visite». Lo ha detto il segretario generale della Fimmg, Silvestro Scotti, intervistato dall''agenzia Dire.
«Questa è la partita in campo, bisognerà innovare, migliorare, ma anche mantenere dei principi che sono stati alla base di questo servizio sanitario e fare in modo che ce ne siano altri cento», ha aggiunto Scotti, che rispetto alla nascita del Servizio sanitario ha ricordato come «quarantacinque anni sono tanti rispetto ai progressi della medicina. È chiaro che questi hanno fatto crescere anche le aspettative dei cittadini. Rispondere alle esigenze di salute è più complesso oggi, sicuramente va rideterminato un approccio multidisciplinare e interdisciplinare rispetto al paziente ma non va persa la caratteristica fondamentale che ha reso visibile il Ssn il 23 dicembre di 45 anni fa, ovvero la medicina di famiglia. Il medico che veniva dato a ogni italiano e che ancora oggi ogni italiano ha, è il medico di famiglia».
Il modello, ha detto ancora Scotti, «va potenziato e non cambiato troppo, soprattutto non può essere cambiato rispetto al suo ruolo di prossimità e di raggiungibilità, di scelta da parte del paziente e di vicinanza, e deve essere migliorato per consentire al paziente un migliore accesso alle cure».
E quindi «misuriamo i medici di famiglia e paghiamoli in base agli indicatori di salute che determinano sulla popolazione che viene affidata a loro, e non cerchiamo di applicare meccanismi di controllo e sanzione che non funziona con i professionisti intellettuali».
Secondo il segretario della Fimmg «abbiamo bisogno di una maggiore prevenzione primaria e secondaria che continuare a inseguire terapie innovative sulle patologie croniche che già si sono determinate, soprattutto perché abbiamo una popolazione che invecchia. Tutto questo non lo leggo ancora nel vecchio progetto del Pnrr, sto guardando con attenzione tutto quello che questo governo sta cercando di variare per evitare di gettare il bambino con tutta l''acqua sporca».