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Mancano almeno 5mila colleghi. L'ipotesi della dipendenza è un enorme abbaglio
Negli studi dei medici di famiglia il telefono non smette mai di suonare. Tra richieste di ricette, visite urgenti e certificati da stampare, il tempo non basta mai. Intanto, i pazienti aumentano sempre di più, mentre invece di giovani disposti a fare questo lavoro ce ne sono pochi. Secondo gli ultimi dati dell'Istat, oggi si contano solo 6,7 medici generici per 10mila abitanti e rappresentano il 15,7% dei medici totali. Circa il 77% ha 55 anni e più, inoltre il loro numero è diminuito di oltre 6mila unità in dieci anni, da 45.437 nel 2012 a 39.366 nel 2022; il numero di assistiti pro-capite è aumentato da 1.156 nel 2012 a 1.301 nel 2022. «La carenza dei medici di famiglia è annunciata già da 15 anni, visto che si prevedeva un grosso pensionamento - sottolinea Alessandro Dabbene, vice segretario nazionale della Fimmg - Un numero di borse di studio doveva essere incrementato già prima del Covid». E così oggi a pagarne le conseguenze sono i pazienti rimasti senza un medico di famiglia. «Rispetto a un ottimale nazionale - ribadisce Dabbene - possiamo dire che in questo momento mancano 5mila colleghi. I pazienti vanno a saturare i medici che ci sono, il numero medio è più alto, e ovviamente sono aumentati i carichi di lavoro dei medici. E questo è uno dei motivi di abbandono precoce». Eppure, nonostante i carichi burocratici, i medici di famiglia non vogliono diventare medici dipendenti. «La libera professione dimostra di essere molto efficace - spiega il vicesegretario della Fimmg - Riusciamo ad avere molti risultati ad un costo più basso. Non essere all'interno di una organizzazione come quella ospedaliera ci consente di avere un rapporto più prossimo, nei circa 40mila studi presenti in Italia. Con un rapporto di dipendenza dovremmo andare a lavorare in centri concentrati, il che vorrebbe dire allontanare la figura del medico dal paziente. Intanto abbiamo bisogno di portare a regime il nostro lavoro in sedi organizzate e capillari per mantenere la prossimità - rimarca Dabbene - Purtroppo, il fatto di essere in un momento di stanchezza fa pensare che possa essere la dipendenza un luogo dove avere una migliore qualità di vita. Ma è un enorme abbaglio. Non è un caso se sono più gli ospedalieri, e non i medici di famiglia, che decidono di abbandonare il pubblico per andare a fare i gettonisti».
Fonte Il Messaggero