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Corti: in Lombardia situazione già drammatica
“Siamo stufi di allarmi, analisi, fabbisogni sulle necessità di investimenti necessari e urgenti per compensare i pensionamenti dei medici di famiglia che nei prossimi cinque/otto anni priveranno 14 milioni di cittadini di questa figura professionale. Appare quasi ridicolo assistere al fatto che nessuna forza politica che aspira a governare il Paese proponga e si impegni sul tema dell’assistenza territoriale, della cronicità e della non autosufficienza in un Paese che, per caratteristiche demografiche, avrà soprattutto bisogno di un'assistenza medica domiciliare, residenziale e di prossimità”. E' quanto dichiara Silvestro Scotti.
“Forse bisognerà per paradosso pensare che senza nuovi giovani tanto vale destinare risorse contratti al prepensionamento/rottamazione dei medici di medicina generale - continua Scotti - Vista la totale mancanza di programmazione che riguarda la sanità e soprattutto l’assistenza territoriale facilitiamo il compito a chi silenziosamente vuole distruggere noi e l’SSN. Dopo anni di denunce non ci resta che la massima provocazione e quindi esca allo scoperto chi (partito, uomo politico, funzionario di stato o regionale) ha il coraggio di sedersi a un tavolo del genere per destinare le somme e i costi del nuovo e dei futuri ACN direttamente all’ente previdenziale e conseguentemente rottamare la medicina di famiglia. Almeno i cittadini sapranno da subito cosa li aspetta ovvero l’avvio allo sfasciacarrozze del servizio sanitario nazionale”.
“Per poter continuare a garantire ai cittadini italiani il diritto di essere curati tutti nello stesso modo devono essere garantiti investimenti economici sul numero e sulla qualità della formazione dei medici di medicina generale, sul personale sanitario e amministrativo nei nostri studi, sulle tecnologie – sottolinea Scotti - A questo punto la figura e la presenza del medico di medicina generale appare impotente per promuovere il vero cambiamento e allora, coraggio, chi vuole rottamare la medicina di famiglia si faccia avanti a viso scoperto e non come un ladro che ruba a piccole quantità per non essere scoperto. Ormai il buco è evidente e le impronte si cominciano a vedere. Noi non vogliamo essere dei complici silenziosi né peggio omertosi anche perché ci sentiamo, insieme ai cittadini, le vittime di tanta superficiale approssimazione. ” conclude Scotti.
“In Lombardia – sottolinea Fiorenzo Corti – la situazione è già drammatica: soprattutto nei piccoli centri i medici di famiglia mancano già e da mesi. Con l’entrata in vigore dell’accordo integrativo regionale firmato pochi giorni fa da FIMMG, SNAMI, SMI e altri un medico di famiglia potrà in alcuni casi avere fino a 2000 assistiti, ma questo non sarà sufficiente. Ci auguriamo – conclude Corti - che il prossimo governo affronti il problema in modo serio. Nel frattempo, in campagna elettorale sembra che il nostro allarme non sia raccolto da nessuno”.
In allegato i dati sui pensionamenti elaborati da FIMMG