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E in GB arriva la proposta: vaccinare camici bianchi più popolari per contenere l'epidemia
È “vergognosamente bassa” la percentuale dei medici e degli operatori sanitari che si vaccina contro l'influenza.
“Non abbiamo ancora i dati di quest'anno ma, in generale, si registra solo il 15% di vaccinati, mentre dovrebbero essere il 100%, perché chi lavora nel campo della sanità ha una duplice responsabilità, nei confronti della salute dei pazienti e nei confronti del funzionamento della struttura sanitaria per cui lavora”.
Lo ha detto all'Adnkronos Salute Paolo Bonanni, ordinario di Igiene all'università di Firenze e coordinatore board vaccini e strategie di vaccinazione della Siti, Società italiana di igiene.
Per l'esperto “la prima responsabilità di chi lavora nel campo della sanità è la salute del paziente. Non vaccinarsi significa mettere a rischio le persone in cura affette da gravi malattie, per le quali un'influenza può rappresentare un grave pericolo. Ma c'è anche la responsabilità nei confronti delle azienda sanitaria che, nel caso si ammalino tutti gli operatori, va in tilt e non riesce a garantire assistenza”.
Un fenomeno che non riguarda solo il nostro Paese.
In Gran Bretagna - dove il governo vorrebbe arrivare al traguardo del 75% del personale sanitario immunizzato, mentre attualmente uno su due fugge all'appuntamento con l'iniezione scudo - un team di scienziati suggerisce una strategia per aumentare il successo del vaccino: 'arruolare' gli studenti di medicina più popolari, quelli con tanti amici.