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"Quotidiano Sanità"
“Delusione e rassegnazione pronte a trasformarsi in rabbia”.
Per Giacomo Milillo le ragioni della crisi della professione “partono dai tagli” che “sono una tragedia, che è stata per giunta mal gestita in passato con i tagli lineari”. E poi “c’è l’incapacità delle Regioni di formulare progetti organizzativi uniformi”. Milillo ricorda come le Regioni “in passato hanno tenuto bloccato il Patto per la Salute per tre anni per le risorse e ora, una volta sottoscritto, hanno rinunciato all’aumento del Fsn, alla faccia dei professionisti ma soprattutto dei cittadini. A volte mi chiedo se le risorse, invece che per erogare i Lea, non siano usate per mantenere apparati”.
Per quanto riguarda il comma 566 Milillo evidenzia che “non c’è un conflitto reale tra le professioni, come evidenziano anche i sondaggi. In ogni caso, al di la delle infelice espressioni usate per definire la questione, sono le Regioni che vogliono spostare la competenza regolamentare dallo Stato alle Regioni e creare conflitti tra le varie professioni. Nessun medico vuole impedire la crescita delle professioni sanitarie ma questo non può avvenire attraverso logiche da tecnocrati” basate sul minor costo ma, pure bassa qualità e sicurezza. Infine, il segretario dei medici di famiglia analizza il momento difficile anche dal punto di vista specifico della categoria. “C’è delusione e rassegnazione”. Tutti sentimenti che possono però “trasformarsi in rabbia in un qualsiasi momento. Soprattutto, e questa è una mia valutazione personale, se da parte delle Regioni ci sarà un nuovo boicottaggio dell’accordo sul rinnovo della convenzione”.