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-2,352 mld per il 2015 e il 2016
Dopo vari mesi di attesa è arrivato l'accordo sulla riduzione del fondo sanitario 2015, pari a 2,35 miliardi. La fumata bianca c’è stata al termine di una conferenza Stato-Regioni ieri al Ministero per gli Affari Regionali, che aveva al primo punto proprio il nodo sulle risorse per la sanità. Soddisfatta la ministra Beatrice Lorenzin, che non ha mancato di sottolineare come «l'intesa consentirà di compensare il mancato incremento sul Fondo senza stravolgere l'impianto del Patto per la Salute». In mattinata il via libera delle Regioni era stato annunciato dal presidente della Conferenza e governatore del Piemonte, Sergio Chiamparino. Unico neo in questa difficile partita la posizione del Veneto, che ha detto 'no' al riparto, come ha tenuto a sottolineare al termine della Stato-Regioni l'assessore riconfermato alla Sanità, Luca Coletto. Non hanno presenziato al voto, ha poi fatto sapere il coordinatore degli assessori alle finanze della Conferenza delle Regioni Massimo Garavaglia, neanche la Lombardia e il Veneto. L'impianto dell'intesa, ha spiegato il ministro Lorenzin, «è importante perché non consentirà uno stravolgimento delle leve (capitoli di spesa, ndr), che andranno ad operare, a differenza del passato, quando si attuavano tagli lineari». Quindi, ha rimarcato, «da ora in poi si lavorerà sulla produttività e questo è un inizio molto importante». Tuttavia ha posto anche l'attenzione sulla necessità di un aggiornamento del patto, insieme a una verifica sulla sua piena attuazione. L'intesa raggiunta nella Stato-Regioni consentirà, ha detto ancora il ministro «di implementare i vari tavoli di lavoro aperti, compreso quello sulla spesa farmaceutica, sul quale ci sono meccanismi che possiamo rivedere e aggiornare, dopo tanti anni, al fine di rendere più fluido ed efficiente il sistema». Tra le proposte emendative delle Regioni, ha ricordato ancora Lorenzin, «ne è stata accolta una che prevede di rivedere l'aggiornamento del Patto e su questo verrà attivato un tavolo di verifica e monitoraggio, e tutto ciò - ha sottolineato - per me va benissimo». Per quanto riguarda infine il Fondo Innovativi «abbiamo rinviato a settembre - ha annunciato - la definizione del tetto di spesa territoriale per verificare se si può riassorbire in qualche modo». Nell'ambito dell'intesa è stato anche avviato un tavolo di lavoro, che opererà presso il Ministero della Salute «senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica», composto dai rappresentanti dei dicasteri della Salute e dell'Economia, delle Regioni e dell'Aifa per mettere a punto, entro il 30 settembre prossimo una proposta di revisione - che dovrà essere approvata entro il 10 ottobre - delle norme sulla spesa farmaceutica, incluse quelle relative al meccanismo pay-back, «nel rispetto degli equilibri programmati per il settore sanitario». Sufficientemente soddisfatto anche Sergio Chiamparino, il quale al termine della Conferenza delle Regioni ha auspicato che «l'ammontare dei fondi per il 2016 possa essere pari a 113 miliardi». Non a caso, ha aggiunto, «bisogna ricordare che quest'anno ci sono stati 2 miliardi di cosiddetto 'non aumento' e quasi 70 milioni di tagli veri sui farmaci innovativi. Ma il punto politicamente più sensibile è che quest'anno è stato accettato un sacrificio sulla sanità ma, voglio ricordarlo, a condizione che nel 2016 ci sia un impegno per portare le risorse da 109 a 113 miliardi, secondo quanto previsto nel piano pluriennale». Tra le Regioni l'unico 'no' dichiarato, come accennato, è venuto dal Veneto: l'assessore alla Sanità Luca Coletto ha spiegato al termine della Stato-Regioni «di aver espresso un voto contrario sia in Conferenza delle Regioni sia in Conferenza Salute». Su questo punto ha chiarito poi la Lorenzin, spiegando che «il rappresentante del Veneto è uscito, permettendoci così di chiudere l'intesa, quindi lo ringrazio». Ma assenti al momento dell'intesa in Stato-Regioni, ha poi ricordato Garavaglia del Cinsedo, erano anche i rappresentanti della Lombardia e della Liguria. Alla riduzione di 2,35 miliardi contribuiranno, tra l'altro, il taglio del 5% sui contratti per beni e servizi e per le forniture dei dispositivi medici, dell'1% della spesa per le prestazioni specialistiche ambulatoriali rispetto al consuntivo 2014, la rinegoziazione dei prezzi di alcuni farmaci e altri risparmi con il recupero dell'appropriatezza delle prestazioni. Un altro ambito di risparmio è previsto con l'applicazione degli standard ospedalieri, sanciti in un'intesa il 5 agosto 2014, con l'obiettivo di azzerare i ricoveri a carico del Ssn nelle strutture con meno di 40 posti letti accreditati per acuti (con deroghe per le monospecialistiche).
Fonte Ansa