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Scotti: Forte necessità di recuperare mancanza di formazione
La scorsa settimana la Conferenza Stato Regioni ha dato il parere favorevole al Piano per l'applicazione e la diffusione della Medicina di Genere in Italia. La legge è entrata in vigore nel 2018, è la prima in Europa, ma per essere davvero operativa aveva bisogno dell'approvazione dei decreti attuativi e del parere arrivato la settimana scorsa. Ora il parere deve essere inviato al ministero della Salute per la firma da parte della ministra Giulia Grillo. «Con le nuove norme la medicina di genere entra in modo ufficiale nel mondo accademico. Cambierà l'approccio dal percorso diagnostico alla terapia: il paziente non sarà più visto in modo neutro », assicura Teresita Mazzei, coordinatrice della Commissione Medicina di Genere della Fnomceo, la Federazione degli Ordini dei Medici. Le università dovranno avere corsi in medicina con orientamenti di genere e lo stesso avverrà nelle scuole di specializzazione. Fare in fretta è la richiesta che arriva da Silvestro Scotti: «C'è una forte necessità di recuperare la mancanza di formazione nei medici con maggiore anzianità. Se ne stanno occupando gli ordini ma spero che ci sia anche una revisione dei programmi della formazione post laurea. Ci prepariamo a un ricambio generazionale con migliaia di medici che andranno in pensione presto, i nuovi possono iniziare a lavorare nel giro di poco tempo, bisogna coglier e l'opportunità e formarli in modo da recuperare il divario in tempi rapidi».
Fonte Il Secolo XIX