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Walter Marrocco: medico di famiglia ancora al palo per prescrizione innovativi
Il Diabete come Patologia Cronica e l’approccio alla Prevenzione e al trattamento tramite la famiglia, coinvolge in modo particolare, per ruolo e consuetudine, i circa 48.000 Medici di Famiglia in Italia.
Ricordiamo che il numero delle persone con diabete in Italia è stimabile in circa 4 milioni di casi noti e di almeno 1 milione di casi non ancora diagnosticati; di tutti questi, quelli affetti da Diabete di Tipo 2, nel 65% ha un’età pari o superiore ai 65 anni.
Sono numeri e condizioni che fanno subito capire le dimensioni del fenomeno e la conseguente necessità di un impegno collettivo molto forte rivolto ai pazienti, ma anche a tutte le loro famiglie, al fine di perseguire modifiche nei comportamenti, nelle abitudini, garantendo, lì ove necessario, i farmaci più appropriati ai bisogni dei singoli pazienti.
Quando parliamo di comportamenti non si può prescindere dall’approcciare al contesto in cui il paziente vive, in primo luogo la famiglia.
Poche, semplici azioni sono sufficienti ad attivare una Prevenzione Primaria, ma anche Secondaria, abbattendo così il Rischio in una percentuale di circa il 50%. Una metanalisi di alcuni anni orsono, ha mostrato che l’incremento dell’Attività Fisica e la modifica delle abitudini alimentari, migliorano i livelli glicemici di 0,84 mmol/l e diminuiscono del 45% l’incidenza di diabete tipo II in soggetti ad alto rischio.
L’ Attività Fisica deve essere almeno 150 minuti a settimana (trenta minuti per 5 giorni); in modo molto semplice, il massimo dei benefici si ottiene percorrendo circa 30 km alla settimana alla velocità di 4-5 km/h. Molti elementi, fondamentali da un punto di vista dietologico, trovano le indicazioni nei principi della Dieta Mediterranea e nei prodotti alimentari del territorio, evitando in particolare quelli troppo raffinati, l’alcool e il fumo. Fare uso di prodotti freschi e ove possibile a Km 0, significa anche beneficiare di gusto, qualità e diversità che nulla hanno a che fare con un erroneo concetto di restrizione e di rinuncia ai piaceri della tavola. E’ un modo del vivere insieme nella comunità, nella famiglia, prendendosi cura di sé e di che stà intorno a noi.
Non possiamo però non fare una riflessione su alcune problematiche inerenti i farmaci e la terapia che coinvolgono il Medico di Famiglia. A lui viene sostanzialmente precluso l’uso di quei farmaci che hanno una storia oramai consolidata di efficacia e di sicurezza, si da essere prossimi alla loro genericazione, o che si sono conquistati l’indicazione di prima scelta in condizioni particolari come la prevenzione del Rischio Cardio-Vascolare. Ancora e sino a quando il Medico di Famiglia, medico di “prossimità” e di facile accesso per tutti i Pazienti, rimarrà incolpevolmente al palo delle sue ingessate opzioni terapeutiche, che il consesso scientifico nazionale e internazionale giudica oramai di terza/quarta scelta ?
Walter Marrocco
Resp.le Scientifico F.I.M.M.G.