news
Intervista di Giacomo Milillo a Filodiretto di Federfarma
Intervista di Giacomo Milillo a Filodiretto di Federfarma in cui fa il punto sulla trattativa in corso con la Sisac per il rinnovo della Convenzione e sulle ultime aperture delle Regioni, tra le quali la proposta di limitare le Uccp alle sole aree ad alta densità abitativa, che rappresentano "un passo avanti".
Di seguito l’intervista
Milillo, nelle settimane scorse le Regioni hanno avviato con Federfarma un confronto preliminare sui temi nodali della prossima convenzione con le farmacie. La vostra trattativa è più avanti di qualche tappa, ma sembra comunque concretizzarsi quella contrattazione su “binari paralleli” che Fimmg e Federfarma avevano pattuito quest’estate. Qual è oggi la situazione al vostro tavolo?
Presto detto, siamo fermi da diverse settimane. La Sisac sembra avere preso finalmente atto delle enormi distanze esistenti tra la loro piattaforma e la nostra e si è decisa ad avviare una verifica politica con i suoi referenti, le Regioni.
In parole semplici, quali sarebbero queste distanze?
Il primo punto è il profilo contrattuale del medico di famiglia: la controparte insiste nel non riconoscergli contenuti coerenti al suo status di convenzionato.
Lo stallo è totale o c’è qualche spiraglio?
Nelle ultime settimane dall’assessore Montaldo sono arrivate diverse aperture interessanti. Peccato che queste aperture non abbiano ancora trovato nella Sisac il riscontro che ci attendevamo. Nessuno stupore, comunque: da tempo la Sisac è portavoce non delle Regioni nel loro insieme, ma di una in particolare. Sempre quella, l’Emilia Romagna.
Veniamo alla Legge di Stabilità: il testo riprende fedelmente il Patto della Salute, ma resta l’incognita di quei 4 miliardi di tagli alle Regioni che qualche governatore vorrebbe forse spalmare anche sul Ssn.
Le Regioni dicono che la Sanità non potrà essere lasciata fuori visto che assorbe l’80% circa della loro spesa. Ma quel restante 20% vale sempre una quarantina di miliardi, rispetto ai quali i tagli peserebbero per circa il 10%. Sono risparmi importanti, ma raggiungibili anche senza toccare il Ssn. Per noi il Fondo sanitario 2015 e 2016 non va toccato e abbiamo fiducia nel ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, che aveva detto che i soldi della Sanità non si toccano.
Nel Patto della Salute c’è un intero articolo, quello sul riassetto del territorio, dove si parla di riforma delle Cure primarie e farmacia dei servizi. Già basta perché sul territorio farmacie e medici di famiglia comincino a lavorare assieme per un territorio meglio attrezzato, o conviene aspettare che siano stipulate le due convenzioni?
Meglio aspettare le convenzioni. Stiamo lavorando su binari paralleli proprio per fare in modo che questi accordi facciano da fondamenta a quello che poi si andrà a costruire nelle varie Regioni.