Rinnovo ACN
RINNOVO ACN
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Ora nuovo Atto di indirizzo medicina generale
Pubblicato in Gazzetta Ufficiale lo scorso 30 marzo il decreto cd. “Madia” previsto dalla legge di stabilità 2017 che sblocca le risorse per i rinnovi dei contratti nel pubblico impiego. Il provvedimento ripartisce il Fondo con cui si finanzieranno, oltre i rinnovi contrattuali della PA per il triennio 2016-2018, anche le assunzioni straordinarie e il riordino delle forze dell'ordine.
L’entrata in vigore del provvedimento (DPCM 27 febbraio 2017) rappresenta un passaggio fondamentale non solo per il settore della PA ma anche per il rinnovo contrattuale del personale dipendente e convenzionato del SSN.
Infatti l’ultima legge di stabilità affida a questo DPCM l’aggiornamento dei criteri di determinazione degli oneri per i rinnovi contrattuali anche del personale del SSN.
La legge di stabilità prevede infatti che “Ai fini della copertura degli oneri per i rinnovi contrattuali del personale dipendente e convenzionato del Servizio sanitario nazionale, come determinati a seguito dell'aggiornamento dei criteri” di determinazione degli oneri per i rinnovi contrattuali “è vincolata, a decorrere dalla data di adozione del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri ... una quota del livello del finanziamento del fabbisogno sanitario nazionale standard cui concorre lo Stato ...”.
Ciò significa che, dall’entrata in vigore del DPCM, una quota del finanziamento del SSN è vincolato alla copertura anche del rinnovo convenzionale.
L’articolo 2 del DPCM stabilisce l’ammontare degli oneri che corrispondono rispettivamente, per il triennio 2016-2018, allo 0,36%, all’1,09% e all’1,45% del “monte salari” determinato sulla base dei dati del conto annuale 2015.
Tutte risorse dunque che ci troveremo a gestire, in aggiunta, sul tavolo di trattativa per il rinnovo dell’ACN per il quale diventa ora determinante un nuovo Atto di indirizzo che risponda, e corrisponda, alle esigenze organizzative del sistema e ai nuovi dispositivi normativi, come l’obiettivo primario della presa in carico integrata tra ospedale e territorio per l'assistenza ai pazienti cronici, previsto dal D.M. 70/2015 insieme a tutta una serie di nuovi indicatori, o il coinvolgimento dei medici di famiglia per la piena e uniforme applicazione del Piano Nazionale Vaccini 2017-2019, ruolo che passa necessariamente per la Convenzione, e non ultimo il D.Lgs di riforma del pubblico impiego che, riconoscendo ai contratti collettivi nazionali un valore derogatorio, ci permette di superare alcune rigidità del decreto “Balduzzi”.
I tempi e le condizioni sono cambiate ed è dunque necessario un atto di responsabilità della politica non ritenendo di dover ricorrere a strumenti come lo stato di agitazione e lo sciopero per tematiche di interesse primario per il paese e i pazienti.