Medici di Medicina Generale e Usca selezioneranno i pazienti
L'anticorpo monoclonale di Eli Lilly, di recente autorizzato in Italia, sarà somministrato non oltre i 10 giorni dalla comparsa dei sintomi e, a decidere quali pazienti potranno ricevere il trattamento saranno i medici di medicina generale e ai medici delle Unità Speciali di Continuità Assistenziale (Usca). Lo prevede la determina dell'Agenzia Italiana del Farmaco (Aifa) pubblicata il 9 marzo in Gazzetta Ufficiale, che prevede anche l'istituzione di un «registro dedicato all'uso appropriato e al monitoraggio dei medicinali a base di anticorpi monoclonali» e l'attivazione di un sistema di farmacovigilanza specifico. «Per garantire la disponibilità del trattamento ai pazienti, le prescrizioni dovranno essere effettuate in accordo ai criteri di eleggibilità e appropriatezza prescrittiva», spiega la determina. Ovvero la prescrizione ed il trattamento con bamlanivimab, come indicato in precedenza anche da Aifa sulla base dei risultati degli studi finora fatti, «devono garantire la somministrazione del prodotto il più precocemente possibile rispetto all'insorgenza dei sintomi, e comunque non oltre i dieci giorni dall'inizio degli stessi» e «sono esclusi soggetti ricoverati per Covid-19 o che ricevono ossigenoterapia». È raccomandata, inoltre, la somministrazione «in ospedale o dove sia disponibile appropriata gestione di eventuali reazioni avverse gravi». La determina specifica anche i criteri di selezione dei pazienti candidabili alla terapia con i monoclonali. Nella lista vi sono coloro che soffrono di diabete, obesità, immunodeficienze primitive, quelli sottoposti a dialisi, i pazienti oncologici in terapia immunosoppressiva. È previsto anche l'uso in adolescenti tra 12 e 17 anni qualora si tratti di ragazzi che soffrono di asma o altre malattie respiratorie, malattie cardiache, anemia falciforme, problemi del neurosviluppo, ma anche obesi e quelli con tracheotomia o gastrostomia.
Fonte Ansa