Vaccinare appena sarà possibile i sanitari più esposti e i pazienti fragili
Se c'è qualcosa di positivo che potrà venir fuori dal dramma della pandemia, sarà una maggiore consapevolezza rispetto all'importanza dei vaccini. La paura di contrarre il Covid lascia ben sperare per quella che sarà la risposta dei cittadini alla vaccinazione. La pensa così il segretario generale della FIMMG Silvestro Scotti, che parla di pazienti che non solo aspettano con ansia un vaccino per il Covid, ma che richiedono a gran voce quello per l'influenza. «Una richiesta che non ho mai visto in 20 anni di carriera», dice Scotti,che si è sempre battuto per far comprendere l'importanza di proteggersi proprio con le vaccinazioni e per spazzare il campo da false notizie che potessero generare diffidenza. Ora la sua richiesta è netta. «Vaccinare, appena sarà possibile, i sanitari più esposti e i pazienti fragili». E non c'è dubbio che tra i più a rischio ci sono i medici del territorio, che sono quelli che non a caso stanno pagando lo scotto più alto. «Nei nostri studi - ricorda Scotti - i pazienti accedono maniera libera e spontanea. Ogni visita che facciamo può essere ad un asintomatico. Se negli ospedali gli interventi di elezione sono ormai sospesi, nei nostri studi non ci sono stop di alcun genere. E non possiamo certo fare un tampone rapido a tutti coloro che arrivano». Insomma, quello che i medici di famiglia chiedono è che non si ripeta quanto accaduto con i Dpi, e si dicono pronti ad «intervenire anche con forza». «Se ci saranno le condizioni tecniche per trasportare il vaccino - afferma Scotti - credo che in prima battuta i medici di famiglia saranno essenziali per vaccinare gli anziani presso il loro domicilio. Se al Nord i più fragili sono spesso in hospice e Rsa, al Sud sono per lo più a casa. Dovremo fare in modo che anche a questi pazienti sia garantito un pari diritto alla salute».
Fonte Il Mattino