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speciale "decreto appropriatezza"
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Sindacati fermi su no a decreto, testo passa alle Regioni.
ANSA
Roma - "Se i medici ci vogliono suggerire modi diversi per tagliare gli sprechi, saremo ben felici di ascoltarli senza che si arrivi allo sciopero. Penso troveremo agevolmente un punto di intesa ma deve essere chiaro che noi stiamo mettendo più soldi nella sanità, non meno. Quelli che mettiamo, spendiamogli meglio". L''apertura' del premier Matteo Renzi arriva dalle telecamere del TG5 dopo l'annuncio di scioperi e mobilitazioni per il decreto ormai noto come 'taglia-esami'. "Dovremo parlare anche con i medici - ha spiegato il premier - ma segniamoci i numeri: nel 2013 106 miliardi, nel 2014 109 mld, più 3%, nel 2015 110 miliardi e il prossimo anno 111 miliardi. I soldi per la sanità non sono tagliati, ne abbiamo messi di più, ma la gente invecchia, ha bisogno di cure, quindi dobbiamo trovare un criterio per fare cose che servono davvero".
Intanto il decreto 'taglia-esami inutili' è pronto ad andare al vaglio delle Regioni, chiamate ad esprimere un parere sul testo che ha avuto il via libera del Consiglio Superiore di Sanità ma anche a sonora bocciatura dei sindacati di categoria.
I camici bianchi chiamati dal Ministero della Salute ad esprimersi in merito al decreto hanno rispedito il testo al Ministero "senza osservazioni tecniche", in quanto "sbagliato nel principio di partenza". "Una scelta dettata da motivi politici - spiega il segretario nazionale dei medici ospedalieri Anaao Costantino Troise - perché non siamo d'accordo con il principio ispiratore del decreto, ovvero che i medici possano venir multati e che i cittadini siano costretti a pagare di tasca loro prestazioni fino ad oggi a carico del Servizio sanitario nazionale".
Stesso parere dalla Fp Cgil medici. "Non entriamo nel merito con osservazioni specifiche, perché riteniamo che parta da un'impostazione del tutto sbagliata, ovvero punitiva tanto per i medici che per i pazienti", per il segretario Massimo Cozza. Il fronte del no unisce i sindacati. "Appare impossibile nei tempi concessi dare un contributo scientifico" al decreto. E questo anche "vista la documentazione fornita assolutamente carente rispetto ai contenuti di ricerca e pubblicazioni scientifiche".
Con queste parole la Federazione dei Medici di Medicina Generale (Fimmg), guidato da Giacomo Milillo ha formalizzato la risposta indirizzata al Ministero della Salute. Tra i commenti della giornata anche quello società scientifica dei medici di medicina generale che parlano di "un errore clamoroso". "Il criterio economico non può guidare la nostra politica sanitaria", secondo Cluadio Cricelli, presidente della Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie (SIMG). "L'appropriatezza di un esame deve essere stabilita solo ed esclusivamente su basi scientifiche. Per incentivare questa pratica è necessario investire sulla preparazione del personale sanitario". In Commissione XII di Montecitorio scade intanto il 30 settembre il termine per la presentazione degli emendamenti al testo unificato sulla responsabilità medica. "Una legge da approvare quanto prima", secondo il relatore Federico Gelli (Pd), "perché contribuirà a ridurre la medicina difensiva, che costa alle casse pubbliche circa 13 miliardi di euro l'anno".