Agenzie Stampa Decreto Appropriatezza
speciale "decreto appropriatezza"
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In Europa si diffondono sistemi basati su Medicina dell'evidenza.
ANSA
Roma - Fare anche in Italia come accade in Gran Bretagna, ovvero limitare le prestazioni sanitarie inutili sulla base però di criteri scientifici. Il modello avviato il Regno Unito per salvaguardare il welfare e aiutare medici contro la medicina difensiva potrebbe essere una soluzione da adottare anche da noi per limitare l'eccesso di prestazioni a carico della sanità pubblica, senza imporre sanzioni al medico. A proporlo è Walter Ricciardi, presidente dell'Istituto Superiore di Sanità. "Se il National Health Service(NHS), il servizio sanitario nazionale inglese, dice che una prestazione è inadeguata e non va data - spiega all'Ansa -, il medico si deve adeguare. Ma il medico in questione ha partecipato alla stesura di quelle linee guida, la decisione non gli è stata calata dall'alto. Sarà convinto nel metterla in pratica, perché la società scientifica a cui appartiene ha partecipato ad elaborarla". Il Servizio sanitario nazionale d'Oltremanica, già modello per la riforma sanitaria del 1978 che istituì il nostro Ssn, potrebbe fornire quindi una soluzione, ma non è l'unico a cui ispirarsi. "Nei modelli assicurativi sociali, come quelli di Francia e Germania, intervengono organismi centrali che danno indicazioni anche in questo caso basate su evidenza scientifica", spiega Ricciardi. In questi Paesi, infatti, hanno trovato terreno fertile approcci basati sulla Evidence based medicine, ossia la medicina basata sulle prove, che elabora indicazioni per far valere criteri di appropriatezza prescrittiva alla base di linee guida specifiche, che indicano al medico, as esempio, quando è il caso di fare una tac e quando può essere inutile.
Laddove, invece, come in America, esami e prestazioni sono rimborsati da assicurazioni, si sono moltiplicati all'ennesima potenza. Forse anche per questo, viene proprio dagli Stati Uniti il movimento 'Choosing wisely' o 'scegliere con saggezza', che ha trovato già da anni riscontro in Italia col progetto 'Fare di più, non significa fare meglio', promosso dal movimento di Slow Medicine. "Difendiamo una medicina sobria, rispettosa e giusta", ricorda Andrea Gardini, uno dei fondatori. "L'eccesso di prescrizioni fa male anche al paziente: fare radiografie più del necessario sottopone a radiazioni nocive".
In Italia il contestato decreto del ministero della Salute è un primo passo e migliorabile: se le sanzioni ai medici che prescrivono troppo sono "tanto umilianti quanto inefficaci", perché "in medicina funziona l'approccio basato sulla convinzione", sottolinea Ricciardi, "sbagliata è anche l'autoreferenzialità dei medici, il dire 'facciamo come riteniamo'. Giusto è invece sviluppare percorsi diagnostico terapeutici insieme - istituzioni, medici e cittadini - per garantire reale appropriatezza ". E anche per il direttore Generale dell'Agenas Francesco Bevere, l'impostazione della concertazione delle scelte con le societa' scientifiche e' la strada maestra. Ma serve, secondo il responsabile dell'Agenzia per i servizi regionali, che queste vengano accreditate in modo istituzionale perche' possano avere sempre piu' voce e autorevolezza.