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Chiara assunzione di impegni
Riceviamo dal dr. Morgana con preghiera di pubblicazione
AI MEDICI DI FAMIGLIA SICILIANI
La sostenibilità del SSR è per me traguardo che deve vedere cittadini, istituzioni e professionisti alleati nella ricerca delle migliori soluzioni.
Il medico di famiglia, che da sempre ha rappresentato e rappresenta il vero contatto con il cittadino, è da me considerato il primo livello con cui partire per garantire il diritto alla salute come sostenuto nell'art. 32 della Costituzione per un Servizio Sanitario pubblico, universale ed equo, come traguardo di civiltà del nostro Paese da difendere e proteggere da ogni tentativo di indebolimento.
Si assiste ad una concreta riduzione non del numero di prestazioni comprese tra i livelli essenziali di assistenza, ma della loro accessibilità, risultando pertanto solo nominalmente garantiti. E i cittadini, quelli che possono permetterselo, sono costretti a sostenere direttamente le spese di alcune prestazioni assistenziali per poterle ottenere in tempi utili.
Non basta più il lavoro del medico singolo ma è necessario procedere a una integrazione tra tutti i professionisti che operano sul territorio favorendo il riconoscimento delle aggregazioni funzionali territoriali (AFT) e delle unità complesse di cure primarie (UCCP).
Un esempio da portare avanti, per estenderla alle diverse realtà di ogni ASP, è l'esperienza dell'UTAP di Mazzarino, in provincia di Caltanissetta, dove tutti i medici di medicina generale lavorano all'interno di una stessa struttura, tecnologicamente attrezzata, insieme a infermieri, assistenti sociali e specialisti.
La sfida che voglio cogliere è quella di migliorare la qualità dell'assistenza attraverso la qualificazione della professionalità dei medici di medicina generale, indispensabili non solo a valutare la continuità dell'assistenza, ma, soprattutto, a metterla nelle condizioni di poter affrontare la sfida della medicina d'iniziativa e dell'integrazione professionale, tutti elementi fondamentali per il progresso della medicina generale e per la sostenibilità del SSR.
L'assistenza territoriale, per definizione, deve impiegare meno risorse di quella ospedaliera a parità di risultati, quantitativi e qualitativi, altrimenti non avrebbe senso strategico per la sostenibilità del SSR.
Per questo motivo ritengo che sia necessario non riporre o subordinare il potenziamento dell'assistenza territoriale a quelle logiche che hanno guidato lo sviluppo della rete ospedaliera negli ultimi trenta anni.
Lo sviluppo dell'assistenza territoriale è utile se si riesce a spostare in quella sede, a minor costo, per effetto della minore complessità organizzativa, e con identica o migliore qualità, la massa delle prestazioni garantite.
È per fare tutto questo che ritengo fondamentale stabilire fin da ora un'alleanza con i medici di famiglia siciliani formati e preparati per una rivoluzione della santià siciliana per evitare che diventi terra di conquista d'interessi che nulla hanno a che fare con la salute dei siciliani.
Rosario Crocetta