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Lettera aperta di Milillo a ministro Fornero
"Quale colpa hanno commesso i professionisti che hanno risparmiato per farsi una pensione senza nulla chiedere allo stato?"
Il comma 24 dell'art. 24 del D.L. 201/2011 interviene sulle Casse privatizzate dei professionisti, tra le quali la più grande è quella dei medici (ENPAM), imponendo in tempi non tecnici, ma per la loro immediatezza politici, di spostare l'equilibrio del bilancio tecnico da 30 a 50 anni, senza poter attingere - seppur in maniera regolamentata - al patrimonio accantonato ed indicando in mancanza o in assenza di approvazione da parte dei Ministeri vigilanti delle misure richieste, sanzioni per i pensionati e passaggio immediato per gli iscritti alle Casse ad un sistema contributivo, di incerta applicabilità nel pro rata.
Il Ministro della Salute, prof. Renato Balduzzi, che legge per conoscenza, nell'inaugurare recentemente il suo alto incarico non ha assunto solo l'onere di vigilare sulla salute degli Italiani, ma anche l'impegno a tutelare le condizioni di lavoro degli operatori che questa salute garantiscono. Con orgoglio ha recentemente rivendicato in maniera documentale come il nostro SSN sia tra i migliori al mondo per i risultati ottenuti in termini di salute. Noi siamo i medici di famiglia degli Italiani, che quotidianamente, a tariffe sociali, contribuiscono a quei risultati. Per questo motivo ci rivolgiamo fiduciosi al Governo per essere tutelati da una palese ingiustizia e da una privazione di diritti, a tutti gli altri riconosciuti, che non meritiamo.
Lei Sig. Ministro e l'intera compagine di Governo di cui fa parte sapete anche troppo bene che lo sforzo richiesto ad ENPAM di spostare l'equilibrio di bilancio da 30 a 50 anni in tre o sei mesi, dopo che si era avviata positivamente l'operazione di passaggio dello stesso da 15 a 30 anni per forza di una legge precedente, vuol dire, di fatto, indicare un obbiettivo scientemente irraggiungibile e quindi equivale a sanzionare direttamente l'Ente.
Questo però, per parere diffuso derivante da calcoli attuariali che non possono essere ignoti ad un Governo tecnico, significa in termini pratici abbassare drasticamente le pensioni erogate ed erogabili ed elevare in maniera insostenibile la contribuzione, mentre sempre per legge si tengono bloccate le convenzioni fino ad almeno tutto il 2014, oltre che mortificare le aspettative delle giovani generazioni dei contribuenti.
Il tutto in un Ente privato che non grava sulla fiscalità generale e quindi sulle casse dello Stato, che deriva il suo intero patrimonio dai versamenti personali degli iscritti attraverso un avveduto sistema retributivo/reddituale calcolato su tutta la carriera professionale, che consente di accantonare cespiti per far fronte agli obblighi previdenziali specie nei periodi critici, che le analisi demografiche dei contribuenti all'Ente hanno in maniera preveggente individuato. Oggi per legge veniamo privati della possibilità di calcolare utilmente il nostro patrimonio nei bilanci e veniamo conseguentemente di fatto obbligati a provvedimenti vessatori sui medici: ci troviamo nella situazione di una famiglia parsimoniosa, che ha risparmiato per i momenti difficili e che dalla sera alla mattina si trova privata della possibilità di ricorrere ai propri risparmi per affrontare una criticità alla quale si era preparata, col risultato di essere soverchiata dalla stessa.
Eviti il Governo di dar fiato al sospetto, fin troppo ovvio, che l'intera operazione serve solo per preparare l'esproprio del patrimonio delle Casse privatizzate (circa 50 miliardi) a favore di un vorace e deficitario sistema pubblico.
Compia un atto di giustizia nei riguardi della Categoria, aderendo alla richiesta strutturata in emendamento al D.L., detti giuste regole per consentire all' ENPAM di contabilizzare il proprio patrimonio privato nel calcolo del bilancio tecnico. Ciò non comporta alcun aggravio per l'Erario, l'impegno dello stesso resterebbe nullo come è ora e lascerebbe la manovra a saldi invariati, ma consentirebbe all'ENPAM di proseguire la riforma già avviata ed individuata, che porterebbe a garantire un equilibrio di 50 anni con privazioni sopportabili per la Categoria e non discriminatorie rispetto a quelle richieste al resto della popolazione.
Nessuno può in buona fede ricordare a noi Medici di Medicina Generale la solidarietà sociale e la necessità di fare sacrifici. La nostra professione quotidianamente si fonda su tali principi e collegialmente partecipiamo allo sforzo generale del Paese, sopportando il blocco delle convenzioni e la tassazione del Patrimonio dell' ENPAM, che viene valutato come se avesse natura finanziario speculativa anziché finalità previdenziali, di fatto mettiamo a disposizione dell'Erario pubblico capitali ingenti.
Comprenda, Sig. Ministro, che la nostra richiesta è vissuta dalla Categoria come il riconoscimento di una vitale esigenza di giustizia da affidare al buon senso ed alla coscienza di chi ci governa, ma anche da difendere con ogni mezzo che saremo in grado di mettere in campo, dovesse anche essere necessario il ricorso a forme di autotutela inusuali ed inusitate per dei professionisti che hanno sempre cercato di salvaguardare i propri diritti senza procurare disagi agli assistiti, evitando al massimo il ricorso allo sciopero.