Comunicati Stampa
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Fimp e Fimmg pronte a sostenere decine di migliaia di ricorsi individuali
Stiamo assistendo in queste ultime settimane a interventi di dubbia legittimità finalizzati sostanzialmente ad erodere l'insieme delle nostre retribuzioni e il conseguente versamento previdenziale.
Tutti siamo consapevoli della riduzione dei compensi netti della categoria in seguito al blocco delle convenzioni, all'aumento dell'IVA sui beni strumentali e alla rimodulazione del sistema previdenziale.
Ci troviamo qui però di fronte ad un vero e proprio furto: riducendo una parte della nostra quota capitaria fissa spacciandola per voce accessoria.
In particolare nella convenzione del 2005 si è trasformato una quota di compenso legata all'anzianità di laurea del singolo medico in un assegno individuale che all'atto del pensionamento del singolo medico veniva redistribuito (attraverso un "fondo di ponderazione") su tutti i medici in attività: tale meccanismo non comporta per le Regioni alcun aumento di spesa.
Ebbene, a partire di una base di una superficiale interpretazione della normativa vigente che, in maniera estensiva e impropria equipara meccanismi della dipendenza ai convenzionati, la Sisac (la struttura che rappresenta le Regioni nelle contrattazioni con i medici convenzionati) indica alle regioni di sospendere le quote di anzianità dei medici cessati dal 2010 al 2014: si tratta di una sottrazione di decine di milioni di euro all'anno dalla somma delle retribuzioni ordinarie dei medici convenzionati, sia pediatri che medici di famiglia.
È chiaro che, mentre ad altri vengono garantiti automatismi di incremento economico (indennità di vacatio contrattuale) durante il blocco dei contratti, ai convenzionati si riduce il compenso consolidato: si tratta di un furto che perseguiremo in tutte le sedi, con il coinvolgimento di tutti i medici convenzionati, in azioni legali individuali.