mozioni
Consiglio Nazionale Fimmg riunito in videoconferenza in data 17 aprile 2021
Il Consiglio Nazionale della FIMMG riunito in videoconferenza in data 17 aprile 2021, sentita la relazione del Segretario Generale Nazionale, Silvestro Scotti,
la approva.
Il Consiglio Nazionale,
riconosce
che la pandemia da SARS-COV-2 ha evidenziato l’inefficienza e le contraddizioni di ampi settori organizzativi e operativi del Servizio Sanitario Nazionale che oggi si evidenzia nelle dinamiche della lotta al Covid, legate al tracciamento, ai tamponi, alle vaccinazioni, ma che domani, in epoca post Covid, si ripresenterà nella gestione della cronicità, della domiciliarità, della diagnostica, tematiche su cui la medicina generale dovrà essere protagonista efficiente per garantire l’assistenza ad una popolazione sempre più anziana e fragile.
Ritiene pertanto imprescindibile aggiornare, sulla base delle evidenze riscontrate e delle sfide che ci attendono, la job description della medicina generale, attraverso un ampio confronto intergenerazionale, per consolidare i principi fondanti la professione alla luce dei nuovi modelli organizzativi, delle nuove tecnologie, delle nuove sfide del post Covid; un dibattito che coinvolga anche la rete della formazione, che dovrà necessariamente essere riprogettata a partire dall’Università e dalla formazione post laurea, per rilanciare la vocazione alla medicina generale evidenziandone gli aspetti professionali e la rilevanza sociale, al fianco di quelli clinici comunque orientati alla presa in carico della persona nel suo percorso di vita.
Dà mandato
al Segretario Nazionale di programmare la strutturazione di un gruppo di lavoro per la ridefinizione della job description che faccia sintesi delle esperienze fatte e proponga il cambiamento dell’assistenza territoriale necessario per i prossimi anni di convivenza con il Covid e successivamente al Covid.
Sottolinea
che le realtà di vaccinazione anti Covid nell’ambito degli studi e delle forme organizzative della medicina generale sono, come declinati dagli Accordi Regionali alla luce del Protocollo Nazionale sottoscritto con il Ministero e le Regioni, i modelli più sicuri, efficaci ed efficienti che il Paese possa offrire ai cittadini, per raggiungere la maggiore aderenza possibile e la massima velocità alla campagna vaccinale; efficienza che però viene messa a repentaglio dalle difficoltà e ostacoli posti da regioni e aziende sanitarie rispetto alla distribuzione dei vaccini e all’organizzazione della campagna, con il malcelato obiettivo di ricondurre i medici e i cittadini a schemi di centralizzazione negli hub vaccinali, indubbiamente meno performanti e capillari rispetto ai nostri modelli autonomamente determinati.
Ritiene
che il progetto legislativo di rafforzamento del territorio previsto dal Recovery Fund, basato sulla realizzazione di circa 2500 Case di Comunità, ovvero una ogni 182 Km quadrati, non risponda alla necessità di capillarità e prossimità che solo la medicina generale può garantire se messa nelle condizioni di farlo. La Casa di Comunità non potrà rappresentare un modello di accentramento dell’assistenza di base, semmai potrà essere l’hub di riferimento per gli ambulatori di prossimità dei medici di medicina generale vicini ai pazienti, modulandone la partecipazione a obiettivi e risultati di salute legati al riconoscimento economico del professionista. Stigmatizzando i continui richiami ad un modello di dipendenza proposto come la soluzione ai mali di un SSN che con la subordinazione ha in realtà realizzato un sistema di deresponsabilizzazione, sottolinea che la scelta del paziente sul medico e il conseguente rapporto di fiducia, nell’ambito del rapporto libero professionale in convenzione con il SSN, continua a rappresentare il fondamento su cui progettare il futuro del territorio, anche nell’evoluzione di sanità digitale e telemedicina la cui introduzione è ormai avviata e non deve trovarci impreparati.
Stigmatizza
la mancata pubblicazione del bando di concorso per il triennio 2021-2024, prevista alla fine di febbraio 2021, che comporterà l’ennesimo ritardo di formazione e di accesso negli anni di maggiore necessità di ricambio generazionale, dando spazio a modelli e figure alternativi di assistenza territoriale.
Invita
il Comitato di Settore alla conclusione della trattativa per il rinnovo dell’ACN 2016-2018, non solo in ragione del vincolo dettato dalla legge che ne richiede la firma entro fine settembre 2021, ma soprattutto per l’indispensabile rinnovo del triennio 2019-2021 che dovrà determinare l’evoluzione della Medicina Generale e colmare le carenze organizzative e strutturali che la pandemia da Covid ha messo in evidenza.
Approvata con il 97% dei voti a favore