Agenzie di Stampa
agenzie di stampa
Approvato dal Cdm decreto che recepisce direttiva su assistenza transfrontaliera
Via libera definitivo del Consiglio dei ministri alla “Schengen sanitaria” che permetterà ai pazienti Ue di spostarsi per ricevere un'assistenza di qualità in altri Paesi.
Dopo quelle commerciali in Europa cadono anche le 'barriere sanitarie’, con i pazienti che sono liberi di spostarsi tra i vari paesi per le terapie.
A cancellare gli ultimi impedimenti è stato, tra i primi in Europa, il decreto varato venerdì dal Consiglio dei Ministri, che recepisce la direttiva sull'assistenza transfrontaliera, e che di fatto apre la concorrenza tra gli ospedali europei.
Con il via libera al decreto, ha spiegato il ministro in conferenza stampa, cade l'obbligo di autorizzazione preventiva per andare all'estero per le cure, anche se con qualche eccezione che sarà individuata dal ministero o dalle Regioni.
Non potranno invece essere fatte all'estero, scrive il ministero, le degenze lunghe, i trapianti di organi e le vaccinazioni.
Snodo fondamentale per l'applicazione della direttiva sarà il 'punto di contatto nazionalè, che il ministero è già pronto a mettere in campo e che servirà 'nei due sensì.
Attraverso il contact point i pazienti stranieri potranno ricevere tutte le informazioni necessarie sugli standard di qualità, l'accessibilità e le tariffe e i metodi di rimborso delle strutture italiane, e quelli italiani potranno avere le stesse informazioni su quelle estere.
Chiunque voglia recarsi in altri paesi per farsi curare potrà richiedere il rimborso una volta rientrato in patria, con la clausola però che gli verrà restituita solo la somma pari a quella che il Servizio sanitario Nazionale spenderebbe nella sua Regione di appartenenza, secondo il principio per cui l'apertura delle frontiere non può comportare per il Ssn una spesa maggiore.
Anzi, ha spiegato Lorenzin, questa potrebbe essere l'occasione per aumentare le entrate.
“Se il Sistema sanitario nazionale riuscirà davvero a configurarsi competitivo nello scenario europeo e ad attrarre, in ragione della sua qualità e della sua efficienza, i pazienti degli altri Stati dell'Unione europea - ha affermato il ministro - ciò comporterà nuove entrate finanziarie, dovute al pagamento delle prestazioni erogate dalla sanità italiana.
L'Italia non ha paura della sfida e, per questa ragione è tra i primi Paesi europei a recepire la direttiva Ue”.
Fonte Ansa