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L'87% non è vaccinato
Il morbillo rialza pericolosamente la testa in Europa. I contagi sono infatti decuplicati in un anno e nel 2024 se ne contano 35mila, con 23 morti, rispetto ai 3.973 nel 2023. Un trend preoccupante segnalato dal rapporto annuale sulle attività di sorveglianza realizzato dall'European Centre for Disease Prevention and Control (Ecdc), ed a spiccare sono anche altri due dati: l'Italia è al secondo posto per numero di contagi, con 1.057 casi, mentre l'87% delle persone che ha contatto l'infezione non era vaccinato e l'8% era vaccinato con una sola dose. Dopo che negli anni della pandemia si è osservato quasi un azzeramento dei contagi, rileva l'Ecdc, a partire dal 2023 è cominciato un progressivo aumento dei casi in quasi tutti i paesi europei. Nel balzo in avanti del 2024 gioca un ruolo di primo piano la Romania, dove si è concentrato oltre l'85% dei casi osservati in Ue (30.692). La Romania è anche il Paese in cui si sono verificati più decessi: 22 dei 23 totali. L'ultimo è stato registrato in Irlanda. L'Italia, con 1.057 casi, è il secondo Paese per numero assoluto di contagi, con una crescita di oltre 20 volte rispetto al 2023 quando erano state contate 44 infezioni. Seguono la Germania (638 casi), l'Austria (542), il Belgio (527). La vaccinazione è dunque fondamentale, ma ogni anno, "oltre mezzo milione di bambini non si sottopone alle vaccinazioni di routine, portando a un accumulo di bambini e adulti vulnerabili alle malattie prevenibili dal vaccino", è l'allarme lanciato dal direttore regionale dell'Oms per l'Europa Hans Henri P. Kluge e dalla direttrice regionale dell'Unicef per l'Europa e l'Asia centrale Regina De Dominicis. Soprattutto a causa del calo delle vaccinazioni, ricordano, stanno riemergendo malattie che si pensavano quasi debellate. I casi di pertosse, ad esempio, hanno raggiunto 87 mila nel 2023, il numero più alto in 29 anni. In aumento anche la difterite: 578 nel 2022 e 264 nel 2023, rispetto a meno di 100 in ciascuno dei 13 anni precedenti. Anche nelle Americhe, secondo i dati dell'ultimo bollettino Oms, la situazione è critica: dal 1 gennaio al 18 aprile 2025, sono stati confermati 2.318 casi di morbillo e tre decessi, un aumento di 11 volte rispetto ai 205 contagi segnalati nello stesso periodo del 2024. A fare la parte del leone gli Stati Uniti con 800 casi confermati, e l'Oms considera il rischio legato alla diffusione del morbillo nelle Americhe come elevato. "Questi dati dimostrano che i vaccini proteggono e se non ci si vaccina varie malattie possono ritornare, ed il morbillo è un classico esempio. Ce lo dovevamo aspettare e questo deve fare riflettere, perchè il morbillo è una minaccia essendo una malattia che può essere mortale. Quindi abbiamo il dovere di vaccinarci non solo per noi ma anche per evitare di trasmettere l'infezione agli altri ed ai soggetti più fragili", afferma all'ANSA il farmacologo Silvio Garattini, lanciando un appello ai genitori: "Siate responsabili e vaccinate i vostri bambini, poichè non è giusto sottoporli a dei rischi, fino al pericolo di morte. Al contrario, i vaccini sono sicuramente efficaci". Si tratta di dati preoccupanti, che "dimostrano come un calo nelle coperture vaccinali sia lo strumento per la ripresa di malattie importanti e gravi per la salute che credevamo di aver fatto scomparire", anche secondo il presidente della Società italiana di pediatria (Sip), Rino Agostiniani. Anche negli ultimi casi avuti in Italia nel 2025, che "sono già stati 227, ben 8 erano bambini sotto l'anno di età. Questi piccoli contagiati - ha spiegato - rappresentano una categoria di bambini che non ha ancora potuto avvalersi della vaccinazione che parte dai 12-15 mesi di età e sono proprio quelli che possono essere protetti solo attraverso una copertura più ampia della popolazione che impedisca la trasmissione della malattia". Quindi, conclude il presidente Sip, "mantenere alte le copertura vaccinali, oltre che una protezione del singolo, è anche uno strumento di protezione delle categorie più fragili che non possono vaccinarsi o perchè di età non indicata o per patologie particolari che rendono controindicato il vaccino".
Fonte Ansa