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L’inflazione e il costo della vita aumentano vertiginosamente, ma per i camici bianchi iscritti all’Enpam sarà più facile farvi fronte. L’ente, infatti, come si legge sulla pagina internet dedicata, ha deliberato anche per il 2023 la rivalutazione al 75% dell’indice dell’inflazione per le pensioni delle gestioni del Fondo di previdenza generale e del Fondo della medicina convenzionata ed accreditata fino al limite di 4 volte il trattamento minimo Inps (che significa circa 2250 euro lordi al mese) e al 50% dell’indice l’eventuale parte della pensione mensile che supera questo limite. Per procedere, tuttavia, la Fondazione deve attendere il via libera dei ministeri vigilanti.
Le buone notizie per i camici bianchi Enpam non finiscono qui. Come dichiarato sul sito, la Fondazione ha anche deliberato la rivalutazione del 100% rispetto all’indice Istat per l’importo minimo della pensione di inabilità assoluta e permanente per le gestioni del Fondo di previdenza generale e del Fondo della Medicina convenzionata e accreditata. La rivalutazione riguarda anche le prestazioni assistenziali erogate a favore degli iscritti al Fondo di previdenza generale, gestione “Quota A”, dei pensionati e dei loro familiari superstiti, tra cui i contributi per l’ospitalità in casa di riposo, per l’assistenza domiciliare e le prestazioni per calamità naturali. Inoltre, l’Enpam ha deciso di adeguare al costo della vita anche gli importi minimi dell’indennità di maternità, che saranno di oltre 1.100 euro superiori a quelli previsti dalla legge.
I liberi professionisti non restano a bocca asciutta. La Fondazione, si legge sulla pagina Enpam, ha infatti deciso di rivalutare al 100% anche le prestazioni assistenziali aggiuntive della gestione Quota B. L’adeguamento è stato deliberato anche per prestazioni in favore dell’inabilità temporanea degli iscritti e i neoiscritti alla gestione di Quota B e per i sussidi ai liberi professionisti che hanno subito un azzeramento del reddito a causa di una calamità naturale.
Una ricevuto il nulla osta da parte dei ministeri competenti, la rivalutazione decorrerà dal 1° gennaio 2023. Per ottenere i pagamenti bisognerà attendere probabilmente la primavera, in cui saranno corrisposti anche gli arretrati. I professionisti hanno la possibilità di conoscere l’importo della rivalutazione controllando la voce “Integrazione Istat” nel loro cedolino. L’importante è non confondersi con la rivalutazione operata dall’Inps, che quest’anno è minore rispetto agli anni precedenti.
Fonte: SANITÀ INFORMAZIONE