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Vaccini a rilento? Ecco come funziona la loro distribuzione...
Silvestro Scotti: «Vaccini a rilento? Ecco come funziona la loro distribuzione. Non c'è governance, a settembre bisognava unire tutti gli attori attorno a un tavolo»
Il segretario generale della Fimmg, Silvestro Scotti, in un''intervista ad HuffPost - che ha dedicato un approfondimento ai ritardi della campagna vaccinale - spiega il funzionamento della distribuzione dei sieri: «In alcune realtà è gestita dai coordinatori che hanno rapporti con il distretto che a loro volta hanno rapporti con il Dipartimento di Prevenzione e con il farmaceutico che si approvvigiona dei vaccini; in alcuni casi, invece, i vaccini vengono distribuiti con la mediazione di un accordo fatto con le farmacie che, a mio avviso in maniera più efficace, funzionano da sistemi di accumulo periferico rispetto alla logistica centrale di una Asl. Accordo che esiste, però, in alcune parti, ma non in tutte. In altre parti ancora sono in essere degli accordi, come con Poste Italiane, per cui al medico di medicina generale viene consegnato il lotto di vaccini solo in determinati giorni e ad un orario preciso. In altri posti non c'è assolutamente niente ed è il medico che, a prescindere dai km e dagli orari, deve spostarsi per andare a recuperare i vaccini».
Il problema, dunque, è la logistica di distribuzione dei vaccini: «Ma lo è sempre stato, anche per la vaccinazione antinfluenzale. Mi sarei aspettato, leggendo il DM 77 che dà centralità di governance della produttività di territorio, sia nella committenza che nell'erogazione, al distretto dove ci sono dei punti vaccinali gestiti dal Dipartimento di Prevenzione, ma anche la Medicina Generale e i Farmacisti, una situazione strutturata, definita, ma questo non è avvenuto. C'è difformità di consegne fra antinfluenzali e anticovid, ad esempio, quando era stato detto agli italiani che avrebbero potuto farlo in un'unica soluzione».
C''è anche il tema dell'approvvigionamento dei vaccini che dipende dalle singole Regioni e dalle singole Asl: «Io credo, ma non ho le prove, che le Regioni sulla piattaforma vaccinale abbiano bisogno in tempo reale di sapere lotto per lotto come si stanno consumando i vaccini, perché fanno un accordo con le aziende farmaceutiche per una fornitura scaglionata sulla base dei consumi- dice ancora Scotti ad HuffPost - È corretto, porta ad accordi economicamente vantaggiosi, ma non sempre collegabili con i motivi di salute rispetto alla copertura. Se ho a disposizione tanti vaccini riesco ad avere una maggior offerta. Se ho i vaccini contingentati rispetto alle forniture che la Regione ha chiuso nelle sue modalità di gara, sono limitato. A questo si aggiungono i problemi di logistica di cui abbiamo parlato». Per il segretario della Fimmg «bisognerebbe vedere come sono state fatte le gare: sul piano dell'appropriatezza economica rispetto alla spesa, è più conveniente per le aziende, invece di avere un carico che poi crea un reso, una spesa inutilizzata, fare accordi in base all'uso: praticamente come vedo che finiscono gli stoccaggi chiedo l'integrazione e non ho sprechi. Tutto questo, però, rallenta tutta la filiera e non permette di avere un'organizzazione efficace».
Per Scotti, in conclusione, «non c'è governance. A settembre bisognava riunire tutti gli attori attorno a un tavolo, sapere quando arrivavano i vaccini, come distribuirli, come determinarli, come fare gli avvisi comunicativi e forse avremmo raggiunto il risultato. Ad oggi invece è tutto improvvisato e lasciato alle dinamiche periferiche e alle buone intenzioni che in alcuni distretti, medici, aziende ci sono. Ma non è detto che ci siano ovunque. Se la responsabilità alla fine cade su singolo medico, che dipende dal modello logistico di fornitura dei vaccini, le cose non possono funzionare».