(Sentenza Commissione tributaria n. 264 del 25.08.2011 – Marche Macerata)
Il medico aveva presentato ricorso in seguito all’indagine su un conto corrente che aveva acceso presso una banca. Per l’Agenzia delle Entrate non erano giustificate una serie di operazioni poiché al versamento di assegni circolari o contanti non corrispondevano le relative fatture .
La Commissione ha condannato il dentista dichiarando assoggettabile a Irap e Irpef 62 mila euro non dichiarati, con esclusione però dei prelevamenti di cassa (per un importo di €. 15 mila euro).
A seguito dell’accertamento effettuato, l’Agenzia aveva invitato il contribuente a fornire la prova che determinate operazioni dettagliatamente indicate non potessero consistere in incassi o prelevamenti non contabilizzati.
Nel caso di accertamento fondato su verifiche dei conti correnti bancari, è onere del contribuente dimostrare che gli elementi su cui si fondano le operazioni bancarie non si riferiscano ad una operazione imponibile, mentre l’onere a carico dell’Ufficio è soddisfatto attraverso i dati risultanti dagli stessi conti.
Nel caso di specie, il medico non avrebbe provveduto a fornire valida prova della loro correlazione ad operazioni contabilizzate o non aveva fornito valida documentazione in merito.