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Senza ulteriori investimenti nella ricerca e nella prevenzione, nei prossimi 30 anni il cancro costerà all'economia globale 25,2 trilioni di dollari, equivalenti a una tassa annuale dello 0,55% sul Pil globale. Una cifra che supera il valore di tutti i beni e i servizi esportati dalla Cina, la più grande economia del mondo.
È quanto emerge da uno studio condotto da alcuni ricercatori tedeschi guidati da Simiao Chen, economista sanitario presso l'Heidelberg Institute of Global Health.
I modelli economici, basati sui dati di 29 tumori in 204 Paesi e territori che coprono oltre il 99% della popolazione mondiale, hanno valutato vari costi associati a decessi e malattie correlati al cancro, le spese per le terapie, ma è il primo studio a tenere conto della perdita di produttività tra le persone con diversi livelli di istruzione ed esperienza. Tra questi il cancro tracheale, bronchiale e polmonare sono quelli che incideranno maggiormente (3,9 trilioni), seguiti dal cancro del colon e del retto (2,8 trilioni), al seno (2 trilioni), al fegato (1,7 trilioni) e alla leucemia (1,6 trilioni). Tutti insieme, questi tumori da qui al 2050 costeranno circa 12 trilioni di dollari.
I costi non saranno ovviamente distribuiti in maniera uniforme. Anche se tre quarti dei decessi causati dal cancro riguarderanno i Paesi a basso e medio reddito, l'analisi ha rilevato che più della metà del costo globale del cancro riguarderà i tre paesi più popolosi: Cina (6,1 trilioni di dollari), Usa (5,3 trilioni) e India (1,4 trilioni).
L'Italia, insieme al Giappone, è la nazione con la popolazione più anziana, più a rischio di sviluppare un tumore. Nel nostro Paese si registrano ogni anno circa 360mila nuovi casi, di cui il 60% nella popolazione anziana, per la quale il rischio di sviluppare un tumore è circa 40 volte più alto rispetto alle persone di 20-40 anni. Le malattie oncologiche restano in tutto il mondo una delle principali cause di morte, insieme alle malattie cardiache: secondo l'Oms, nel 2020, un decesso su 6 è stato per cancro, quasi 10 milioni di persone.
«Questa analisi - afferma Chen - potrebbe aiutare i responsabili politici a sapere quali tumori prendere di mira e spingere i paesi a investire nella ricerca e nella prevenzione. Si tratta di misure costose, ma il prezzo di non affrontare il cancro sarebbe ancora più alto». Lo studio, quindi, fornisce un quadro "programmatico" di contrasto ai tumori, che comprende investimenti in ricerca e sviluppo, regolari screening, una migliore diagnostica e un migliore accesso ai trattamenti, nonché iniziative per mitigarne i rischi, come tassare il tabacco e vietare il fumo in pubblico. «In paesi come la Cina, dove il cancro ai polmoni è comune, le politiche volte a frenare il tabagismo potrebbero fare la differenza» sostiene Chen.
Fonte: IL SOLE 24 ORE