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Oggi l'assessore alla Salute Riccardo Riccardi incontrerà Fimmg FVG Fernando Agrusti
Referti sanitari inaccessibili, il Garante: «Non c'entriamo». Oggi l'assessore alla Salute Riccardo Riccardi incontrerà il segretario regionale Fimmg FVG, Fernando Agrusti
«Non esiste alcun nesso tra le limitazioni disposte dalla Regione Friuli Venezia Giulia» all'accesso ai dati sanitari per i medici di medicina generale. Il Garante non ha mai bloccato l'accesso ai dati dei pazienti. L'Autorità, con una nota di fine gennaio, si è limitata a richiamare l'attenzione di tutte le Regioni sul rispetto della dignità degli interessati, in particolare nei pronto soccorso», e ciò non ha «niente a che vedere con i medici di medicina generale né con il Fascicolo sanitario elettronico».
La nota del Garante per la protezione dei dati personali arriva nel pomeriggio di ieri, irrompe nella protesta sollevata dai sindacati dei camici bianchi a inizio settimana e parla chiaro, declinando ogni responsabilità. Dicendo, in poche parole, che il Garante non c'entra nulla con le difficoltà registrate a partire da lunedì dai medici di famiglia del Fvg nella consultazione dei dati sanitari dei loro assistiti (relativi a esami effettuati nelle strutture ospedaliere pubbliche), a dispetto di quanto circolato con insistenza tra gli stessi medici e negli ambienti regionali.
Martedì era stata per prima la Fimmg a chiedere via Pec un incontro urgente alla Direzione centrale salute della Regione dopo la disabilitazione della voce di menu "referti" sul Sistema continuità della cura. «Da lunedì ciò non è più possibile - ribadisce il segretario Fimmg Fvg Fernando Agrusti - perché il sistema informatico non lo consente: è proprio scomparsa la voce "referti" dal menu, dove prima, con un clic, si accedeva ai dati». Ora l'accesso è consentito solo al Fascicolo sanitario elettronico dei pazienti (ovviamente solo di coloro che hanno concesso l'autorizzazione al proprio medico curante), ma nel Fascicolo non sono contenuti tutti i dati sanitari, solo alcuni. Di punto in bianco i medici di medicina generale si sono trovati di fronte a uno stop di natura informatica alla fruizione dei dati. Ma disposto da chi? E perché?
I sindacati, come scritto da Agrusti nella Pec inviata alla Regione, avevano parlato di «una nota della Direzione centrale Salute pubblicata sul Portale continuità della cura il 28 febbraio, in cui si cita una richiesta dell'Autorità garante della privacy, la Gdp Prot. U.0015022.30.01.2023. Nel testo della Direzione salute - afferma Agrusti – veniva appunto spiegato che, dopo la nota del Garante sull'importanza del rispetto dei dati sanitari, nella necessità di operare un bilanciamento tra valori e diritti fondamentali, e nel continuo processo di miglioramento delle privacy by design e privacy by default dei Sistemi sanitari del Fvg, sono state aggiornate le policy ai servizi».
Ma il Garante, come detto, ieri si è affrettato a prendere le distanze, sottolineando che, con le disposizioni della Regione Fvg, non c'entra nulla. «Non credo affatto che dietro vi sia una scelta politica, bensì di natura burocratico-tecnica. Che non sia quindi stata un'interpretazione eccessivamente restrittiva, da parte degli uffici regionali, delle indicazioni del Garante?», si chiede Agrusti, che già lo aveva ipotizzato due giorni fa.
La soluzione al "giallo" potrebbe arrivare oggi, dopo l'incontro che il vicegovernatore e assessore alla Salute Riccardo Riccardi avrà con il segretario regionale Fimmg. «Dietro a questa vicenda non c'è alcuna volontà politica, perché credo che vada favorito ciò che facilita la cura dei pazienti, non il contrario, seppure nel pieno rispetto delle leggi - assicura Riccardi -. È una questione di natura burocratica, di dialogo e disposizioni tra uffici, sulla quale ho chiesto spiegazioni e intendo fare luce».
Fonte: IL MESSAGGERO VENETO