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«I MMG sono indispensabili nella governance della sanità, il loro carico di burocrazia sarà diminuito»
I medici di medicina generale «sono indispensabili nella governance della sanità pubblica. Il carico di adempimenti burocratici per i medici di medicina generale sarà diminuito. Senza questo fardello, avranno più tempo da dedicare ai loro pazienti. Per raggiungere questo obiettivo stiamo lavorando a un provvedimento legislativo che presto sarà pronto e che riguarderà anche il ruolo cruciale delle farmacie». Ad annunciarlo è il ministro della Salute Orazio Schillaci, in una lunga intervista a ‘Il Messaggero’. «Con i medici di medicina generale stiamo anche trovando delle formule grazie alle quali i medici più giovani, i neo assunti, possano collaborare con le case di comunità. Sulle case di comunità sono fiducioso che si possano realizzare tutte quelle previste dal Pnrr. Lo ricordo, sono 1.350. Ma potremmo avere dei problemi legati ai fondi» per via del caro-energia, prosegue il titolare del Dicastero della Salute, che annuncia anche altre importanti novità: «A breve sarà varato il fascicolo sanitario elettronico. Sarà descritta la storia clinica di ogni cittadino. In questo modo, con i dati digitalizzati, miglioreranno le cure perché ovunque andrà a chiedere assistenza, in qualsiasi struttura sanitaria, il medico potrà conoscere subito la sua situazione pregressa».
Quanto alla depenalizzazione degli errori medici, Schillaci affarme che «dai dati che abbiamo gran parte delle cause giudiziarie contro i medici finiscono in un nulla di fatto, nell'assoluzione. Per questo va depenalizzato il reato. E poi la medicina difensiva è un male. Porta i medici a prescrivere troppi esami, ingolfa le strutture, aumenta le liste di attesa. E le dico da medico: confonde anche il medico curante che da tanti, troppi, accertamenti deve trarre le conclusioni. Bisogna prescrivere a ciascuno solo gli esami di cui il paziente ha realmente il bisogno. Un esame più del necessario non lo dovrebbe fare nessuno. Sarebbe comunque un errore. Io un esame in più, inutile, non lo farei mai, a maggiore ragione a pagamento».
Siamo vicini alla soluzione sulle tariffe dei Lea?
«Sì, manca poco, diciamo che per fine mese possiamo arrivare a una conclusione- prosegue Schillaci a ‘Il Messaggero- Da più di sei anni mancano i nuovi Lea che rappresentano davvero il simbolo dell'universalità del sistema sanitario nazionale, la possibilità di accedere a cure adeguate indipendentemente dal luogo dove si abita. Spero che riusciremo a chiudere a breve una partita fondamentale per il rilancio della sanità italiana. Rifletta: sei anni in medicina sono un'eternità, ci sono nuovi percorsi diagnostici, nuove terapie, dobbiamo restare al passo con i tempi, recuperare il tempo perduto e riportare la Sanità alla sua missione originale: tutelare la salute di tutti».
Quanto alle Case di Comunità, il ministro ricorda che «il piano ha varie tappe da completare, comunque, entro il 2026. E ha due grandi capitoli: uno è appunto collegato alla medicina territoriale e dunque alle case di comunità. L'altro guarda alla telemedicina, la digitalizzazione della sanità, un modo per superare le diseguaglianze legate al luogo in cui si vive».
Per il fascicolo sanitario elettronico «Siamo alla fase conclusiva dell'iter, Sogei è già pronta con la piattaforma che ci consentirà di avere una sanità più moderna. Se mi visita un medico in un qualsiasi pronto soccorso, immediatamente, consultando il fascicolo elettronica, avrà chiara la mia storia clinica».
Sulle liste d’attesa e ui pronto soccorso «siamo intervenuti portando dei benefici a medici e operatori sanitari dell'emergenza e rendendo dunque più appetibile lavorarci. Il sovraffollamento trova una forte causa nel fatto che molti dei pazienti potrebbero trovare una risposta in altri luoghi. Stiamo parlando di una problematica da affrontare a 360 gradi. Per questo dico che rafforzando la medicina territoriale, rafforzando la rete dei medici di famiglia e delle farmacie, rafforzando la telemedicina, una parte dei pazienti potrà trovare l'attenzione che cercano in luoghi alternativi al pronto soccorso. Le liste di attesa sono un problema annoso, che trovo particolarmente grave per i pazienti oncologici. Stiamo tornando in linea con il numero di prestazioni eseguite prima del Covid, abbiamo messo a disposizione delle Regioni 360 milioni di euro per abbattere le liste di attesa. Ora è importante però che li usino. E anche le strutture private convenzionate dovranno mettere a disposizione le loro agende».
Sulla rimozione del vincolo di esclusiva per il personale infermieristico degli ospedali, il ministro spiega che «prima di tutto parliamo di una sperimentazione, fino al 2025 sulla base di una richiesta della categoria. Servirà l'autorizzazione del datore di lavoro e sono certo che infermieri e operatori sanitari non trascureranno il lavoro che svolgono nel pubblico per un lavoro extra orari. Ho molto fiducia in loro. Ovviamente sarà una libera scelta. Ci darà una mano in situazioni di carenza di personale sanitario. Infine, nell'ultimo decreto abbiamo messo un freno al fenomeno intollerabile dei "gettonisti", sono fiducioso che tanti medici potranno tornare a operare nel sistema sanitario nazionale». Infine, in merito al consiglio arrivato dalla Ecdc (l'agenzia Ue per la medicina) per nuove vaccinazioni anti Covid in autunno, Schillaci conclude: «Faremo una campagna di sensibilizzazione volta a invitare soprattutto le persone anziane, over 65, e i fragili a vaccinarsi per il Covid, così come viene fatto ogni anno anche per l'influenza. E come avveniva per l'influenza sarà una campagna informativa e di sensibilizzazione, non ci sarà obbligo, contiamo nella responsabilizzazione dei cittadini. Ad oggi ancora non so se riusciremo ad avere un unico vaccino per influenza e Covid, certo renderebbe tutto più semplice».
Fonte: Il Messaggero