news
.
«Sono giorni drammatici per la nostra terra, la nostra amata Romagna. Al momento ci sono decine di migliaia di sfollati, sembra 25mila. Fra questi ci sono anche molti medici di famiglia che hanno perso la casa, la macchina, o hanno lo studio allagato e i computer inservibili. Ma non voglio raccontarvi di tragedie e disperazione, voglio raccontarvi delle storie di speranza. Ci siamo rimboccati le maniche e abbiamo dato la disponibilità per presidiare i posti letto ubicati in ospedale dove sono ricoverati tanti evacuati fragili in reparti di fortuna e per dare assistenza nei centri di accoglienza, abbiamo cercato di coordinarci per continuare a fornire l’assistenza sul territorio anche in situazioni critiche eventualmente condividendo gli studi con colleghi più fortunati o tramite la fattiva collaborazione della ASL; alcuni medici di medicina generale hanno tenuto aperti i loro studi tutto sabato e domenica per non lasciare da soli i propri assistiti». Lo scrive in una nota il segretario regionale della Fimmg Emilia Romagna, Daniele Morini, che prosegue: «La Medicina di Famiglia è anche una sorta di rete capillare diffusa sul territorio che si fa interprete delle esigenze della popolazione. La medicina di famiglia è anche questo. Riportando alcune parole di ieri del nostro Segretario Silvestro Scotti, “Tutto questo (l’organizzazione in autonomia dell’attività dove gli ambulatori sono inagibili) parte dall’iniziativa che è tipica della medicina generale, perché risponde al bisogno del paziente che lo ha scelto per fiducia. Non possiamo sottrarci, quindi, a quella responsabilità”».