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Fonte Ansa
Arrivano, segnate dalle preoccupazioni da parte delle Regioni sui fondi a disposizione, le prime misure del Governo contro le liste di attesa nella sanità. Ad annunciarle, confermando le indiscrezioni delle scorse settimane, è il ministro della Salute Orazio Schillaci, che intervenendo a '5 minutì ha detto che «alcune misure saranno subito operative dopo il Cdm di domani (oggi ndr)». Si parte dall'aumento del tetto di spesa per l'assunzione del personale sanitario che passerà dal 10 al 15%. «Altre, spero, dal primo gennaio 2025, quando vorremmo abolire il tetto. Questo rappresenta veramente un fatto epocale dopo 20 anni». Sulle liste di attesa, nel pomeriggio, i tecnici del ministero della Salute hanno incontrato le regioni. Dalla riunione è emerso che i provvedimenti potrebbero essere due, un decreto legge e un disegno di legge e nel secondo verrebbero convogliati gli aspetti più operativi che necessitano di una copertura finanziaria. Il nodo fondamentale rimane comunque la definizione delle risorse. «Un incontro garbato nei toni - lo ha definito Raffaele Donini, assessore alla salute dell'Emilia-Romagna e coordinatore della commissione salute della Conferenza delle Regioni - ma con qualche motivo di imbarazzo per le Regioni» perché «noi non sappiamo ancora ad oggi quali siano i testi di un eventuale decreto e di un disegno di legge né di eventuali coperture» che potrebbero essere annunciati già domani. Ci piacerebbe contribuire alla genesi della norme, non fare solo osservazioni quando approvate».E se Donini ha espresso le preoccupazioni a nome di tutte le Regioni, il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, è stato duro: «sulle liste di attesa si stanno inventando una frottola propagandistica. Erano partiti - ha detto ad Arzano, in provincia di Napoli - la settimana scorsa annunciando un grande progetto. E i soldi? I soldi non ci sono. Ci vorrebbero 4 miliardi e mezzo di euro per abbattere le liste di attese ma non hanno nemmeno 300 milioni di euro. Manca anche il personale».