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"Se viene a mancare la prima linea" dei medici di medicina generale, "rischia di saltare sul serio tutto il servizio sanitario". A lanciare l''allarme è stato il segretario generale della Fimmg, Silvestro Scotti, che in un''intervista rilasciata a Virgilio.it è tornato a chiedere: "Basta interventi sulle emergenze. C''è bisogno di una comunicazione continuativa, e che la cittadinanza comprenda il valore di chi si occupa di salute prima di perdere questo diritto. Si è visto poco, a parte un investimento legato ai rinnovi contrattuali che pure arriva in maniera tardiva: io ancora devo firmare il contratto 2019-2021. Significa che in questo momento si offre un servizio, pagando lo studio e il personale, ancora fermo ai tassi di inflazione e al suo rendimento stipendiale del 2019. E siamo nel 2023, quasi 2024: è difficile reggere così. E in termini di bilancio diventa sempre più difficile convincere questi medici a rimanere. Solo che se viene a mancare la prima linea, rischia di saltare sul serio tutto il servizio sanitario".
Per fermare la fuga dei medici all''estero, secondo Scotti, occorre "innanzitutto recuperare il valore di questa professione. Notizie come quella delle multe per lo straordinario in tempi di pandemia non danno una bella impressione. Raccontano piuttosto uno Stato che non difende quelli che io chiamo i poliziotti e le poliziotte della salute. È intervenuto il presidente Sergio Mattarella che ha anche, qualche mese fa, consegnato la medaglia d''oro alla sanità pubblica".
Il segretario della Fimmg ha poi denunciato che i medici di medicina generale "non sono supportati da personale amministrativo o da altre figure di professioni sanitarie. Il punto è che servirebbero più infermieri e infermiere. Ma se mancano in ospedale, figuriamoci nella medicina generale. Né è previsto un ampliamento ad altre figure: io per esempio sarei molto favorevole a un potenziamento sul territorio della funzione di OSS, operatrice o operatore socio-sanitario, capace di darci una mano. Questo è per esempio un periodo di vaccinazioni: e la popolazione che invecchia lo fa anche nella media età, non solo nell''età avanzata. Significa avere più persone da sottoporre agli screening per la prevenzione. Mettiamo quindi insieme ordinarietà, fasi acute, periodi stagionali dell''influenza, vaccinazioni, screening, burocrazia, piani terapeutici, burocrazia informatica: nel farle questo triste elenco penserei anch''io di cambiare lavoro".
Infine, Scotti ha ricordato che "un medico di famiglia viene inserito con un rapporto che si dice ''ottimale'' e che varia da regione a regione, visto che è un numero stabilito appunto dai territori anche in base alla popolazione. Oggi oscilla tra i 1200-1300 pazienti per medico. Il numero però può arrivare a un massimale di 1500, e non sono poche le regioni che sono già arrivate a 1800, in alcuni casi eccezionali anche a 2 mila se si sommano i pazienti considerati fuori massimale. Si dimentica che c''è anche una parte di popolazione, quella temporanea - stranieri residenti nel nostro Paese con permesso di soggiorno regolare - a cui il nostro criterio di universalismo costituzionale offre un medico di famiglia".