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Alla vigilia della Giornata mondiale contro l'Aids 2023, "a preoccupare molto è l'incremento delle diagnosi tardive" di Hiv nel 2022: "Quasi il 50% delle nuove diagnosi avviene dopo la manifestazione di sintomi o patologie correlate al virus e il fatto che questa percentuale sia in aumento rispetto agli anni precedenti indica la necessità di intensificare gli sforzi di sensibilizzazione e screening, mirati non solo a far emergere il sommerso, ma anche a ridurre il numero di 'late presenters'". La presidente della Fondazione The Bridge Rosaria Iardino, storica attivista protagonista del bacio anti-stigma con l'immunologo Fernando Aiuti nel 1991, invita a "non perdere di vista il ruolo fondamentale di una sempre maggiore diffusione dei test".
Intervenuta oggi a Roma alla presentazione, alla Camera, dell'iniziativa 'Montecitorio illuminato di rosso' promossa da Mauro D'Attis (Fi), presentatore e relatore della proposta di legge sul contrasto ad Hiv, Aids, Papillomavirus, Hpv e malattie a trasmissione sessuale, Iardino ha sollecitato "un confronto costruttivo tra tutti i soggetti interessati, decisori, società scientifiche, associazioni di pazienti e aziende, che operano in questo ambito. Come Fondazione The Bridge confermiamo il nostro impegno per mantenere alta l'attenzione su aspetti che hanno implicazioni complesse nella nostra società, come ad esempio lo stigma che continua a condizionare in modo sostanziale la vita delle persone con Hiv. Da una nostra recente ricerca, su un campione di 915 dipendenti di 32 ospedali in città medie, grandi e metropoli di 10 regioni italiane - sottolinea - è emerso un forte fabbisogno formativo da parte degli operatori sanitari ospedalieri, sia rispetto al grado di conoscenza dei temi connessi all'Hiv, sia allo stigma".
"La Giornata mondiale contro l'Aids ci permette ogni anno di celebrare i successi ottenuti nel contrasto all'infezione, ma è urgente una riflessione più ampia e propositiva", esorta Iardino. "Con Fondazione The Bridge stiamo lavorando attraverso il coinvolgimento di stakeholder di diversa provenienza - spiega - sia a livello nazionale con il progetto Coalition Hiv e con la rete che approfondisce le comorbidità oncologiche tra le persone che vivono con Hiv, sia internazionale nell'ambito dell'iniziativa europea Hiv Outcomes, per trovare soluzioni condivise che tengano conto dell'attuale evoluzione del contesto scientifico e sociale".
"In particolare - precisa Iardino - nel nostro Paese è prioritaria l'adozione dei Pdta (i percorsi diagnostici terapeutici assistenziali) in Hiv, strumenti di gestione e programmazione clinico-organizzativa che definiscono la sequenza di azioni clinico-assistenziali rivolte ai pazienti. Oggi - evidenzia - i Pdta sono utilizzati in modo disomogeneo a livello regionale, con una frammentazione del servizio che ricade sull'accesso alle cure del paziente. L'obiettivo è quello di individuare un modello unitario a livello nazionale, da presentare in Conferenza Stato Regioni, che funga da ausilio per l'elaborazione dei Pdta regionali e per la loro implementazione sui territori".