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«Stipendi fino a 30mila dollari al mese, anche i nostri medici scelgono l'Arabia Saudita. Necessario invertire la rotta»
«Si può dire che si è invertita la rotta nel vero senso della parola. Fino a qualche tempo fa c'erano siti e associazioni che aiutavano i medici stranieri ad inserirsi in Italia. Adesso gli stessi siti aiutano i medici italiani ad espatriare. Meta preferita il Medioriente. Dopo Dubai ora l'attenzione si concentra in particolare sull'Arabia Saudita che sta cercando 40mila medici con l'obiettivo di trovarli entro il 2030. Un fenomeno che riguarda anche Prato». Lo ha detto Niccolò Biancalani, segretario della Fimmg Toscana, secondo quanto riporta il quotidiano "La Nazione".
«Guardando all'area pratese, sono a conoscenza di almeno due casi di medici ospedalieri che hanno optato per questa possibilità, lasciando Prato per Dubai. I Paesi mediorientali sono alla ricerca di medici ed infermieri, ma lo stesso vale per Germania, Svizzera, Francia. Sono richiesti soprattutto sanitari italiani perché sono professionisti con un alto livello di preparazione e formazione», ha aggiunto Biancalani che ha spiegato: «Il luogo preferito è il Medioriente, dove ai medici viene riconosciuta la laurea con un piccolo corso di integrazione della durata di 6 mesi. È richiesta la conoscenza dell'inglese. Gli stipendi possono arrivare a 25-30mila dollari netti al mese a questi vanno aggiunti alcuni benefit, come l'alloggio, le scuole per i figli.».
Ci sono specializzazioni che vanno per la maggiore, come «medicina generale, ortopedia, chirurgia generale ed estetica, radiologia», ha aggiunto Biancalani secondo il quale questo fenomeno rappresenta «un ulteriore pericolo per la stessa organizzazione sanitaria italiana. Il nostro Paese spende e investe nella formazione di questi professionisti che poi decidono di espatriare. È un problema di ordine nazionale» di fronte al quale «sarebbe opportuno, come si richiede da tempo, ridurre i cavilli burocratici, migliorare i turni di lavoro che spesso sono massacranti a discapito del servizio erogato e sempre più rischiosi per i professionisti. Auspico che la situazione in Italia possa migliorare grazie a finanziamenti adeguati per incidere sulla qualità del lavoro sotto il profilo economico e sulle condizioni lavorative».