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Troppe prescrizioni diagnostiche per paura? "Non certo dal medico di famiglia. Noi non abbiamo bisogno di medicina difensiva, siamo i medici con il minore contenzioso legale da parte dei pazienti. E i casi di aggressività nei nostri confronti, che pure la cronaca racconta, sono legati a tutti i lacci e lacciuoli burocratici". Lo ha sottolineato all'Adnkronos Salute, Silvestro Scotti, commentando le parole di Beppe Grillo che, in un video postato su Instagram e sul suo blog, racconta la sua esperienza di paziente.
"Il medico di famiglia - ha continuato Scotti - è quello che si difende attraverso il rapporto di fiducia con gli assistiti. In generale il paziente non fa causa al suo medico di famiglia, anche se possono esserci aggressioni e, quando avvengono, sono legate al fatto che il paziente non capisce perché io non gli posso prescrivere un certo tipo di farmaco, che ha magari limiti di prescrizione". Inoltre "abbiamo i tempi di attesa più bassi in assoluto. Al Pronto soccorso i pazienti vanno anche a causa delle lunghe liste d'attesa per le visite specialistiche, per ottenere in tempi rapidi una consulenza".
Una soluzione per ridurre le richieste improprie "è quella di permetterci di fare la diagnostica di base nei nostri studi. Noi lo avevamo chiesto e questa iniziativa era stata anche finanziata. Qualcuno ci spiegasse come mai a tutt'oggi i 235 milioni di euro stanziati non sono stati spesi. A chiunque va in un Pronto soccorso, appena arriva, viene fatto un prelievo, una diagnostica e vengono richieste le consulenze specialistiche. Invece, in una mia visita, se c'è bisogno di un'ecografia o un altro esame semplice, oggi sono costretto a inviarlo altrove. Sarebbe bello che qualcuno si ricordasse dal 2019 ci sono 235 milioni che avrebbero dovuto portare esami di primo livello nei nostri studi, con un sicuro impatto proprio nella riduzione di accessi al Pronto soccorso e delle liste d'attesa. Una norma proposta durante il Governo 5 Stelle, Conte 2, e che oggi anche l'opposizione farebbe bene a ricordare".
Fonte Adnkronos