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Non c'è pregiudizio ma timore per il diritto alla salute
«Non c'è un pregiudizio politico rispetto al ddl sull'autonomia differenziata, ma la categoria medica è fortemente preoccupata che possa essere a rischio l'universalità nella tutela del diritto alla salute in ogni parte del Paese». Lo afferma all'ANSA il presidente della Federazione nazionale degli ordini dei medici (Fnomceo), Filippo Anelli, paventando l'aggravarsi delle «diseguaglianze» nella sanità tra le Regioni. «Come categoria - spiega Anelli - non abbiamo pregiudizi rispetto ad un determinato modello, ma temiamo che il diritto alla salute possa non essere tutelato alla stessa maniera in tutto il Paese». Sono oltre «24 anni che la sanità è di competenza regionale - rileva - ed il risultato è che oggi abbiamo i medici cubani in Calabria e medici super pagati, ovvero i gettonisti, in Lombardia e Veneto. Dunque, il modello della sanità regionale non ha risolto i problemi». Se questo nuovo modello «colmasse le diseguaglianze regionali - afferma ancora - sarebbe auspicabile, ma temiamo che non sia così». Oggi ad esempio, afferma il presidente Fnomceo, «in Calabria e Puglia i posti letto ospedalieri sono pari al 2 per mille, mentre in Lombardia e Emilia Romagna arrivano a 3,5-4 per mille, ed in Emilia i sanitari sono 10mila in più rispetto alla Puglia. Queste differenze già esistono e sono enormi; rendere ora ancora più forte il regionalismo rischia di aumentare ancora di più le diseguaglianze». Ci sono inoltre, secondo Anelli, punti da chiarire: «Ad esempio, oggi è possibile andare in altre regioni per curarsi, con il nuovo modello sarà possibile? Inoltre, cambierebbe anche il modello di fiscalità tra le Regioni e non è chiaro se verrà mantenuto un contratto di lavoro nazionale o se una Regione potrà decidere di pagare di più i propri medici, con gravi disequilibri sul territorio nazionale». Insomma, conclude Anelli, «come medici sosteniamo l'universalità del nostro Sistema sanitario nazionale, e il timore è che possa essere a rischio».
Fonte Ansa