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Presentato oggi a Roma il Rapporto Sanità di C.R.E.A.
Presentato oggi a Roma presso l’Aula dei Gruppi Parlamentari l’11° Rapporto Sanità curato da C.R.E.A. Sanità - Università di Roma “Tor Vergata” dal titolo “L’Universalismo diseguale”.
“Il titolo scelto per l’11° Rapporto Sanità - sottolinea Federico Spandonaro nell’introduzione al volume - nasce da un tentativo di lettura quantitativa dell’evoluzione del sistema sanitario italiano; evidentemente la scelta del titolo tradisce il tentativo di segnalare che osserviamo fenomeni che, alcuni in modo strisciante, altri in modo più prorompente, risultano incoerenti con la linea politica che ha portato all’istituzione del Sistema Sanitario Nazionale universalistico in Italia. Va subito premesso che Universalismo diseguale non è, necessariamente, una contraddizione in termini; e neppure implica automaticamente l’iniquità del sistema: avremmo forse potuto dire anche “Universalismo imperfetto”. Già in tempi “non sospetti”, infatti, abbiamo espresso nelle pagine del Rapporto l’idea che fosse necessario rivalutare il concetto di equità verticale (trattamento “diseguale” di bisogni diversi): una rivalutazione del concetto che abbiamo ritenuto opportuna perché il principio è spesso negletto nel dibattito di politica sanitaria, storicamente sbilanciato sul versante dell’equità orizzontale, che per lo più traduce il “naturale” sentimento per cui “davanti alla Sanità/Salute” dobbiamo essere tutti uguali”.
L’11° Rapporto Sanità conserva la struttura consolidatasi negli ultimi anni. La prima parte dedicata ai capitoli che forniscono un inquadramento del contesto in cui si muove il settore socio-sanitario italiano: gli aspetti socio-economici e demografici, il finanziamento pubblico, la spesa e le possibili misure di Performance. A seguire il Rapporto fornisce una specifica analisi per ogni settore assistenziale: assistenza ospedaliera, residenziale, specialistica, farmaceutica, primaria, domiciliare, provvidenze economiche per la non-autosufficienza. Comprese alcune riflessioni sulle attività di prevenzione. Chiudono il Rapporto un focus sullo sviluppo dei settori industriali collegati alla Sanità e una raccolta di analisi per patologia (quest’anno sono stati presi in considerazione aspetti relativi all’HCV, alle terapie farmacologiche in oncologia e alle malattie rare).
Tra le affermazioni più rilevati del Rapporto:
Il livello della spesa non può essere una preoccupazione dal momento la spesa sanitaria italiana è molto più bassa che negli altri Paesi europei: è inferiore a quella dei Paesi EU14 del -28,7%, e la forbice (anche in percentuale del PIL) si allarga anno dopo anno.
Buon livello di salute e basso livello di spesa confermerebbero l’efficienza della Sanità italiana: la quota di popolazione che dichiara di avere patologie di lunga durata o problemi di salute è in Italia inferiore a quella degli altri Paesi europei. Ma il nostro Paese sta perdendo velocemente il proprio vantaggio in termini di salute. In particolare sembra più colpita la classe media, che evidentemente risente maggiormente della crisi e degli aumenti delle compartecipazioni.
Nel 2014 si registra un deciso aumento della spesa sanitaria out of pocket (+14,5%).
Il disavanzo della spesa sanitaria in termini assoluti è andato progressivamente diminuendo, riducendosi del 43,7% (considerando le sole Regioni in disavanzo) tra il 2010 e il 2014; quindi l’aspetto finanziario è nettamente migliorato, ma con esiti equitativi discutibili: l’equilibrio è infatti stato perseguito anche con l’inasprimento fiscale a livello regionale, penalizzando nei fatti le famiglie che risiedono nelle Regioni che non riescono a mantenere l’equilibrio finanziario nel loro SSR.
L’Italia sembra aver speso il 3,7% della spesa pubblica corrente in programmi di prevenzione e salute pubblica nel 2013, stando ai dati OECD: una percentuale maggiore di diversi altri Paesi, ma certamente insufficiente: considerando il valore pro-capite, infatti, la spesa per la prevenzione in Italia, sempre secondo OECD, sarebbe pari a € 66,3 contro € 99,5 in Germania e € 131,0 in Svezia.
Mina Le Rose