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Scotti e Sparano: è tra firmatari
Lo Smi si scaglia contro l’Accordo regionale per la medicina generale in Campania definendo “tutta una farsa” l’assistenza h24 per i medici di famiglia. A bocciare senza appello uno dei punti più importanti dell'accordo è stato il presidente nazionale del Sindacato medici italiani (Smi), Giuseppe Del Barone. Eppure proprio al tavolo dedicato all'accordo hanno partecipato in rappresentanza dello Smi, Salvatore Maratta, Luigi De Lucia e Antonio Pacelli firmando punto per punto il contratto che ora il loro sindacato contesta pur salvandone l'impianto. A segnalare l'incongruenza è stata proprio la Fimmg. "Come faccia lo Smi a criticare il contratto che ha firmato e contribuito a stendere e rivolgersi in maniera così aspra verso gli altri sindacati che hanno accompagnato questo importante percorso di riforma resta un mistero” ha commentato il vice segretario nazionale Silvestro Scotti. A rincarare la dose il segretario regionale Luigi Sparano invia una lettera aperta ai medici di medicina generale della Campania sul nuovo accordo regionale. "E' sorprendente che ad oggi sigle minoritarie quali lo Smi utilizzino in modo strumentale il disagio della categoria per finalità incomprensibili, forse un proselitismo di opportunità. Del resto il contratto è stato firmato da tutti tranne la Cgil. Diventa necessario - aggiunge Sparano - chiarire ai medici convenzionati e alla popolazione assistita quale importanza abbia avuto la firma di un accordo integrativo in un' epoca in cui viene messa in discussione la sostenibilità e l'esistenza stessa del Servizio sanitario regionale. In questa trattativa - prosegue - sono state tracciate le premesse della riqualificazione del territorio a sede di centralità di gestione delle patologie croniche e luogo di intercetto del bisogno di salute. Tali innovazioni andranno costruite progressivamente nel tempo con condivisioni di obiettivi tra le sindacati e Regione, utilizzando dapprima percorsi sperimentali di modelli di "sviluppo della attuale rete organizzativa dei Medici di Medicina generale a partire dalla formazione di aggregazioni funzionali caratterizzate dalla continuità dell'assistenza diurna. "I modelli sono sperimentali - conclude Scotti - e per ora non costituiranno oneri professionali aggiuntivi né obblighi per i medici a fronte di garanzia assistenziale per i cittadini in risposta all'aumento delle fragilità e delle cronicità".