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Scotti: siamo punto di riferimento della salute dei cittadini
E' partito dal Piemonte, prima da Biella e poi da Cossato, il tour nazionale #AdessoBasta, l'evento itinerante a bordo di un camper, con il quale la Federazione italiana dei Medici di famiglia (Fimmg) intende ascoltare le esigenze dei cittadini, ovvero di assistiti e pazienti che ogni giorno si rivolgono ai camici bianchi per problemi di salute.
L'obiettivo è quello di poter avanzare al Governo richieste sui reali bisogni sanitari e sociosanitari della popolazione. «Vogliamo sottolineare l'importanza del nostro ruolo e della capillarità territoriale. Siamo un punto di riferimento della salute dei cittadini e un presidio del servizio sanitario nazionale - ha spiegato in piazza del Battistero il segretario nazionale Silvestro Scotti - Abbiamo bisogno di superare una visione errata, fatta di luoghi comuni e pregiudizi. Noi non siamo "quelli delle ricette che non curano nessuno". Abbiamo una professionalità, lavoriamo fra mille difficoltà e siamo sempre di meno. Il tour tocca i Comuni piccoli perché vogliamo sentire quali sono le esigenze assistenziali che ha la gente nei territori in cui è sempre più difficile trovarci malgrado tutte le indagini demoscopiche e le statistiche indichino che nel 70% dei casi siamo il principale riferimento per i problemi di salute». Nel Biellese la situazione è emblematica. Sergio Di Bella, segretario provinciale della Fimmg, ha sottolineato:«In Piemonte, e in Italia, siamo tra le realtà più vecchie spiega -. E va tenuto presente che nell'arco di 8 anni in provincia avremo 37 medici di famiglia in meno per effetto dei pensionamenti. Il rapporto ottimale è quello di un carico di 1.200 pazienti a testa, al massimo 1.500, ma se le cose non cambiano presto non saremo più in grado di dare un servizio efficiente alla popolazione. Senza contare che già nei piccoli paesi il medico di famiglia non è più fisso e fa ambulatorio solo un paio di volte la settimana. A ciò si aggiunge la crisi dei posti letto in ospedale, soprattutto quando si tratta di affrontare un ricovero d'urgenza, per non parlare delle dimissioni precoci. Il personale è sotto organico e le lunghe liste d'attesa creano la cronicizzazione del problemi». Cosa chiede la Fimmg «Siamo una categoria in estinzione e non vorremmo che ciò accadesse - conclude Domenico Gallello, vice segretario provinciale - Chiediamo che sia rinforzato il tetto che abbiamo a disposizione per il personale di studio e infermieristico in modo da poter delegare le incombenze che non sono di nostra competenza e dedicarci all'ascolto degli assistiti. Chiediamo nuove tecnologie, apparecchiature per la diagnostica di primo livello (elettrocardiogrammi, spirometrie ed ecografie) e la telemedicina per evitare spostamenti e tempi d'attesa ai pazienti.
La politica deve volgere lo sguardo sul territorio e verso di noi».
Fonte La Stampa