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«Ogni tanto torna in auge la fola che il Pronto Soccorso sia intasato per colpa dei medici di famiglia, definiti “ricettologi”, che non farebbero da filtro e questo nonostante diverse inchieste compresa quella della FNOMCEO abbiano ampiamente dimostrato che il cittadino si rivolge al Pronto Soccorso per svariati motivi, ma quasi mai perché non trova il proprio MMG!». Lo ha scritto Savio Fornara, segretario Fimmg Novara e vicesegretario regionale vicario Fimmg Piemonte, in una lettera inviata al “Corriere di Novara” con cui ha replicato a un articolo sugli accessi impropri all'Ospedale Maggiore di Novara.
«Il più delle volte», ha spiegato Fornara, il cittadino si reca al pronto soccorso «per superare i tempi delle liste d’attesa quando deve sottoporsi ad indagini ed esami o perché vuole un altro parere, o anche perché ritiene il proprio caso urgente e non vuole aspettare il proprio medico magari all'indomani. Anche il fatto che ora mancano i medici di famiglia aggrava il problema! Quindi i medici di famiglia sono a loro volta vittime della situazione e ne subiscono le conseguenze così come i cittadini. Sono decenni che, come FIMMG, segnaliamo le criticità in cui versa la Sanità Territoriale: mancati investimenti sui professionisti e sul personale di studio, burocrazia asfissiante e anche demenziale, liste d ' attesa estenuanti che non consentono diagnosi tempestive, continuo depauperamento di mansioni cliniche, ripetizione di richieste di prestazioni prescritte da altri medici per usufruire del SSN, progressiva perdita di attrattività della professione, mancata programmazione dei bisogni del territorio ed altro ancora».
Secondo Fornara «il carico di lavoro di un medico di famiglia è facilmente desumibile dall'analisi dei dati dei gestionali di studio: io ho circa 66.000 accessi/anno, intendendo per accesso l'apertura della cartella clinica che, peraltro, non consulto certo per diletto (disponibilissimo a rendere pubblici i dati citati) e come me la maggior parte dei colleghi. Cosa possiamo fare di più da soli? Ma tant'è! Molto più comodo prendersela con i medici di base! La definizione “ricettologi” poi è arrogante, villana, irrispettosa, irricevibile e respinta al mittente con richiesta di scuse a tutta la categoria! Proprio mentre si sta cercando in collaborazione con la Regione di aumentare la presa in carico della fragilità e della cronicità, non ci stiamo a vederci dare etichette sprezzanti ed offensive ! Venite nei nostri studi a vedere il carico di lavoro, venite una settimana almeno, venite come vengono gli studenti degli ultimi anni del corso di laurea o i colleghi del Corso di Formazione Specifica, venite a toccare con mano la nostra realtà quotidiana! Così si eviteranno fraintendimenti ed accuse. Altrimenti... "Una risata vi seppellirà!"».