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Ogni euro investito nel Servizio sanitario nazionale ne genera quasi il doppio...
Da 1,5 milioni a 2,5 milioni di occupati in più, nei settori più strettamente legati alla sanità sino a quelli che invece beneficerebbero degli effetti indiretti e anche indotti. Ecco i benefici occupazionali stimati che sarebbero associati ad un investimento pubblico più alto nella sanità italiana. I numeri sono contenuti nel Rapporto Fnomceo-Censis "Il valore economico e sociale del Servizio Sanitario Nazionale - Una Piattaforma fondamentale per il Paese", che ha studiato gli impatti economici e occupazionali - diretti, indiretti e indotti - della spesa sanitaria pubblica.
Il rapporto è stato presentato oggi a Roma da Francesco Maietta, responsabile area Consumer, mercati privati e istituzioni del Censis nell''ambito del convegno "Valore salute: SSN, volano di progresso del paese", voluto dalla Federazione nazionale degli Ordini dei Medici, la Fnomceo, appunto, per celebrare "i 45 anni del Servizio Sanitario Nazionale, un''eccellenza italiana". A introdurre la presentazione, il Presidente del Censis, Giuseppe De Rita.
Gli occupati interni diretti, indiretti e indotti afferenti al meccanismo cumulativo innescato dalla spesa sanitaria pubblica sono stimati complessivamente in 2,2 milioni di persone, pari all''8,7% degli occupati totali. La creazione di occupazione, quindi, va ben oltre il Servizio sanitario, che comunque è uno dei più importanti datori del lavoro del paese con 670 mila addetti a cui aggiungere oltre 57 mila medici di medicina generale, titolari di guardie mediche e pediatri di libera scelta.
Incrementare la spesa sanitaria pubblica vuol dire espandere l''occupazione: infatti, se la spesa sanitaria pubblica pro capite italiana, pari a 2.226 euro, salisse al valore di quella francese di 3.739 euro (spesa complessiva pari al 10,1% del Pil francese), a parità di potere d''acquisto, la spesa pubblica sanitaria totale italiana crescerebbe di 89 miliardi di euro diventando pari al 10,9% del Pil italiano, con un incremento del totale occupati diretti, indiretti e indotti di 1,5 milioni di unità, per un totale di 3,8 milioni. Nell''ipotesi di un adeguamento della spesa sanitaria pubblica pro capite italiana al valore di quella tedesca, che è pari a 4.702 euro a parità di potere d''acquisto (il totale incide sul Pil tedesco per il 10,9%), la spesa sanitaria pubblica totale del nostro paese sarebbe superiore di 146 miliardi e pari al 13,3% del Pil, mentre il totale degli occupati diretti, indiretti e indotti sarebbe di 4,7 milioni, cioè 2,5 milioni di occupati in più.
"Quello all''interno del Servizio sanitario nazionale - commenta il ''Presidente della Fnomceo, Filippo Anelli - è, per sua natura, un lavoro di qualità, motivante, motivante, potenzialmente pregno di senso in una fase storica segnata invece da una visibile crisi della cultura e dell''identità legata al lavoro. Per questo è importante investire sui professionisti, per rendere attrattivo il Servizio sanitario nazionale".
"C''è poi quella parte di occupazione - conclude - che viene stimolata tramite un meccanismo per cui la spesa sanitaria pubblica genera una domanda che consente a imprese di settori via via più distanti di espandere la produzione e, in parallelo, l''occupazione".