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La risposta della Fnomceo
“Sì, caro Grillo, noi medici ci sentiamo agenti di turismo. Ci sentiamo agenti di turismo quando dobbiamo porre rimedio alle disuguaglianze di salute e di accesso alle cure. Quando i nostri pazienti, per curarsi, devono spostarsi da una regione all’altra. Quando, per trovare un centro di eccellenza, devono percorrere centinaia e centinaia di chilometri”.
Così, in una lettera aperta, il presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri, Filippo Anelli, risponde a Beppe Grillo che, ieri sera al Circo Massimo, chiudendo la kermesse “Italia a 5 Stelle”, e rivolgendosi al Ministro della Salute Giulia Grillo, ha affermato, scandendo le parole su una base musicale: “Ah che compito straordinario che hai, Grillo. Convincere la gente a non andare in sovradiagnosi. Metà delle tac sono inutili, metà dei raggi sono inutili, così come la metà delle analisi del sangue che si fanno. Siamo tutti in sovradiagnosi. Noi andiamo dal medico che è ormai un agente di turismo, e ti manda da quello e da quell'altro in una spirale di esami fino a che alla fine qualcosina te la trovano. Un uomo vecchio nell'ultimo anno della sua vita costa in farmaci quanto tutta la sua esistenza. Dio mio che compito straordinario che hai".
di seguito la lettera aperta di Filippo Anelli
Caro Beppe Grillo,
abbiamo ascoltato con attenzione le sue parole, scandite ieri sera al Circo Massimo in chiusura di “Italia a 5 Stelle”. Rivolgendosi al Ministro della Salute Giulia Grillo, in piedi al suo fianco, ha affermato, a tempo di musica: “Ah che compito straordinario che hai, Grillo. Convincere la gente a non andare in sovradiagnosi. Metà delle tac sono inutili, metà dei raggi sono inutili, così come la metà delle analisi del sangue che si fanno. Siamo tutti in sovradiagnosi. Noi andiamo dal medico che è ormai un agente di turismo, e ti manda da quello e da quell'altro in una spirale di esami fino a che alla fine qualcosina te la trovano. Un uomo vecchio nell'ultimo anno della sua vita costa in farmaci quanto tutta la sua esistenza. Dio mio che compito straordinario che hai".
Sì, caro Grillo, noi medici ci sentiamo agenti di turismo. Ci sentiamo agenti di turismo quando dobbiamo porre rimedio alle disuguaglianze di salute e di accesso alle cure. Quando i nostri pazienti, per curarsi, devono spostarsi da una regione all’altra. Quando, per trovare un centro di eccellenza, devono percorrere centinaia e centinaia di chilometri.
Condividiamo il suo giudizio sul Ministro Giulia Grillo: certo, siamo in ottime mani, quando il Ministro conferma la volontà di difendere il servizio sanitario nazionale; quando promette interventi per ridurre le liste di attesa; quando vuole togliere il superticket per favorire l’erogazione delle prestazioni nei servizi pubblici; quando vuole colmare le disuguaglianze tra Nord e Sud.
Al Ministro Giulia Grillo, che ha veramente ricevuto un mandato straordinario, chiediamo risposte precise anche sul rinnovo dei contratti di lavoro dei medici; sul tema della violenza nei confronti degli operatori sanitari; sulle assunzioni per colmare la carenza gravissima dei medici specialisti e dei medici di medicina generale; sull’accesso a medicina, garantendo a ogni iscritto al corso di laurea una borsa di specializzazione o di medicina generale.
Al Ministro Grillo, diciamo ancora: usi questo straordinario compito che le è stato assegnato. Si opponga al progetto di una nuova interpretazione dell’autonomia delle regioni, che rischia, dopo 40 anni di vita del servizio sanitario nazionale, di decretarne la fine, rompendo il patto di solidarietà tra le regioni e creando cittadini di serie A e di serie B.
Un’ultima cosa vorremmo aggiungere: c’è un momento in cui noi medici non ci sentiamo per niente agenti di turismo. È quando, nell’atto professionale della diagnosi - a fini preventivi, terapeutici e riabilitativi - prescriviamo al paziente ulteriori accertamenti, se li riteniamo necessari; è quando, nell’atto professionale della prescrizione - a fini di prevenzione, diagnosi, cura e riabilitazione – impegniamo, come il Codice Deontologico ci impone, la nostra autonomia e la nostra responsabilità, fondando la prescrizione stessa sulle evidenze scientifiche disponibili, sull’uso ottimale delle risorse e sul rispetto dei principi di efficacia clinica, di sicurezza e di appropriatezza.
Un’appropriatezza che va costruita sul singolo paziente, valutando l’applicabilità delle linee guida diagnostico-terapeutiche al caso specifico. Non accetteremo mai un’appropriatezza di Stato, calcolata sui grandi numeri, perché per noi nessun paziente è un numero. Non accetteremo mai un’appropriatezza che tenga conto solo degli obiettivi di bilancio, se il prezzo da pagare è la salute dei cittadini.
Caro Beppe Grillo, caro Ministro Giulia Grillo, noi non siamo, non vogliamo essere i medici dello Stato: noi siamo i medici del cittadino!