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In 5 punti la riforma della formazione del medico
Cinque punti da cui partire «per costruire, insieme al Governo e al Parlamento, un rinnovamento a tutto tondo della formazione del medico». A metterli nero su bianco sono stati i 106 presidenti degli Ordini territoriali dei medici, che, riuniti oggi in Consiglio nazionale, hanno approvato all'unanimità una mozione, con l'intento di far fronte «alla grave carenza di specialisti e di medici di medicina generale attesa per i prossimi cinque anni per via della cosiddetta 'gobba pensionistica, e di portare al completamento del percorso di specializzazione i 15 mila medici ancora intrappolati nell'imbuto formativo, laureati, abilitati ma bloccati nell'attesa di poter accedere alle scuole e poi al Servizio sanitario nazionale», sottolinea la Federazione nazionale degli Ordini dei Medici chirurghi e degli odontoiatri.
«Oggi abbiamo approvato una mozione storica con la quale si definisce come unitario il percorso formativo del Medico - ha affermato il presidente della Fnomceo, Filippo Anelli - Possiamo prevedere alcune soluzioni 'tampone alla carenza di medici ma non possiamo mai dimenticare che gli specialismi sono una grande conquista e un fiore all'occhiello del nostro Ssn, garanzia per ogni cittadino della qualità del sistema e delle cure». La Fnomceo chiede a Governo e Parlamento:
1) Di tener conto che l'abolizione del numero programmato non farebbe altro che ingigantire quell'imbuto formativo tra la laurea e la formazione post-laurea che oggi vede migliaia di giovani medici intrappolati per anni in un limbo di inoccupazione;
2) Di procedere ad una vera riforma del sistema, che veda la formazione diventare un unicum dall'ingresso in Medicina fino al diploma di specializzazione o al diploma di formazione in Medicina generale, che potrebbe essere anticipata da un percorso, durante gli ultimi anni delle superiori, che vada a far parte del curriculum e dia crediti per l'accesso a Medicina e veda la ristrutturazione del contenuto didattico del VI anno di Corso di laurea ai fini di una evoluzione della laurea in senso abilitante.
3) Di ampliare ulteriormente il numero delle borse per la Medicina generale e i contratti per la formazione specialistica;
4) Di effettuare una programmazione efficace, per cui a ogni laurea corrisponda una borsa, superando l'attuale sistema di selezione in modo che tutti gli studenti che entrino nel percorso ne possano uscire con un diploma di formazione post-laurea;
5) Di far sì che il titolo di medico di Medicina generale, pur nella peculiarità del corso, che deve essere triennale e che non può prescindere dal ruolo degli Ordini, sia definito una specializzazione.
Fonte Adnkronos